Inammissibilità Ricorso: Quando la Cassazione Ferma il Processo
L’inammissibilità del ricorso è un concetto cruciale nel diritto processuale, che dimostra come il rispetto delle regole formali sia tanto importante quanto le ragioni di merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, offre un esempio lampante di come un appello possa essere fermato prima ancora di essere discusso nel suo contenuto. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio le dinamiche del processo penale e le conseguenze di un vizio procedurale.
I Fatti Processuali
Il caso ha origine da un’ordinanza emessa dal Tribunale di Roma in data 24 gennaio 2025. Avverso tale provvedimento, il Procuratore della Repubblica presso lo stesso Tribunale ha deciso di presentare ricorso, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione. Il ricorso mirava a ottenere una revisione della decisione presa dal giudice di grado inferiore.
La vicenda è giunta quindi al vaglio della settima sezione penale della Corte di Cassazione, con udienza fissata per il 25 giugno 2025. Tuttavia, l’esito non è stato una decisione sul fondo della questione, ma una pronuncia di carattere puramente processuale.
La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso
Con una sintetica ma perentoria ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso proposto dal Pubblico Ministero. Questa decisione significa che i giudici di legittimità non sono entrati nel merito della controversia; non hanno valutato se le argomentazioni del Procuratore fossero fondate o meno. Hanno, invece, rilevato la mancanza di un presupposto essenziale che impediva la prosecuzione del giudizio.
La dichiarazione di inammissibilità agisce come un filtro, bloccando i ricorsi che non rispettano i requisiti previsti dalla legge. In questo modo, il provvedimento impugnato dal PM è diventato definitivo, senza possibilità di ulteriori riesami.
Le Motivazioni dell’Inammissibilità del Ricorso (Analisi Giuridica)
L’ordinanza in esame non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, possiamo analizzare le cause più comuni che portano a una tale pronuncia nel processo penale, specialmente quando a ricorrere è la pubblica accusa. L’inammissibilità del ricorso può derivare da diversi fattori, tra cui:
* Mancanza dei presupposti di legge: Il ricorso potrebbe essere stato presentato contro un provvedimento per cui la legge non ammette l’impugnazione in Cassazione.
* Vizi di forma: L’atto di ricorso potrebbe non contenere gli elementi essenziali richiesti dal codice di procedura penale, come l’indicazione specifica dei motivi di diritto violati o una chiara esposizione delle ragioni.
* Tardività: Il ricorso potrebbe essere stato depositato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Carenza di interesse: Il Pubblico Ministero potrebbe non avere un interesse concreto e attuale a impugnare quella specifica ordinanza.
Qualunque sia stata la causa specifica in questo caso, la decisione sottolinea la rigidità delle norme procedurali che governano l’accesso alla Corte di Cassazione, la quale è giudice di legittimità e non di merito.
Le Conclusioni: L’Importanza delle Regole Processuali
Questo caso, pur nella sua essenzialità, è emblematico. Ci insegna che nel diritto, la forma è sostanza. Un ricorso, anche se potenzialmente basato su argomentazioni solide, non avrà successo se non viene presentato nel rispetto scrupoloso delle regole procedurali. La decisione di inammissibilità del ricorso non è una mera formalità, ma una garanzia di certezza del diritto e di corretto funzionamento del sistema giudiziario, assicurando che solo le questioni ammissibili giungano al vaglio della Suprema Corte.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che il giudice non può esaminare il merito della questione perché l’atto di impugnazione manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge, come il rispetto dei termini o la corretta formulazione dei motivi.
Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal Procuratore della Repubblica, impedendo così una valutazione nel merito della sua richiesta.
La Corte ha stabilito se la parte avesse ragione o torto?
No. Con una dichiarazione di inammissibilità, la Corte non entra nel merito della controversia. La decisione si basa esclusivamente su aspetti procedurali e non esprime alcun giudizio sulla fondatezza delle argomentazioni delle parti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28930 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28930 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 25/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: PROCURATORE RAGIONE_SOCIALE PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA nei confronti di:
COGNOME NOME nato a ROMA il 06/03/1969
avverso l’ordinanza del 24/01/2025 del TRIBUNALE di ROMA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma ricorre avverso l’ordinanza del Tribunale di Roma, indicata in epigrafe, con cui era stata dichiarata la
nullità del decreto di citazione a giudizio per omessa notifica dello stesso all’imputata presso i domicilio eletto;
Ritenuto che il ricorso è tardivo, in quanto:
– l’ordinanza impugnata è stata pronunciata nell’udienza del 24 gennaio 2025;
– il termine per l’impugnazione – che decorre dalla data del 24 gennaio 2025, celebrata alla presenza del PM, ed è pari a giorni quindici – spirava alla data dell’8 febbraio 2025;
– il ricorso per cassazione è stato presentato soltanto il 21 febbraio 2025;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, che tale causa di inammissibilità va dichiarata senza formalità di procedura, ai sensi dell’art. 610, comma
5-bis, cod. proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso. Così deciso il 25 giugno 2025.