Ricorso in Cassazione: Quando Viene Dichiarato Inammissibile e Cosa Comporta
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione il 6 giugno 2025 offre uno spunto fondamentale per comprendere il concetto di inammissibilità del ricorso e le sue pesanti conseguenze. Questo provvedimento, seppur estremamente sintetico, illustra un esito purtroppo comune per molte impugnazioni e sottolinea l’importanza di un’attenta preparazione tecnica prima di adire la Suprema Corte. Analizziamo insieme i dettagli e le implicazioni di questa decisione.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 17 dicembre 2024. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha proposto ricorso per Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. La Suprema Corte, riunitasi in udienza, ha esaminato il ricorso sulla base della relazione preparata dal Consigliere relatore.
La Decisione della Corte di Cassazione e l’inammissibilità del ricorso
L’esito del giudizio di legittimità è stato netto e perentorio: la Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa declaratoria non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ovvero non stabilisce se i motivi di doglianza fossero fondati o meno. Si tratta di una pronuncia che blocca l’esame della causa sul nascere, a causa di vizi che possono riguardare la forma dell’atto, i termini di presentazione o la natura stessa dei motivi addotti.
Contestualmente alla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente a due sanzioni economiche:
1. Il pagamento delle spese processuali sostenute per il giudizio di Cassazione.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è un provvedimento standardizzato e non esplicita le ragioni specifiche che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, nella pratica giudiziaria, le cause più frequenti di inammissibilità di un ricorso in Cassazione includono la mancanza dei requisiti previsti dal Codice di Procedura Penale. Tra questi, i più comuni sono la genericità dei motivi, la proposizione di censure che attengono al merito dei fatti (non consentite in sede di legittimità, dove si valutano solo violazioni di legge), oppure il mancato rispetto dei termini perentori per l’impugnazione. La sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende è una conseguenza prevista dalla legge per scoraggiare ricorsi presentati senza un adeguato fondamento giuridico, con finalità meramente dilatorie.
Le Conclusioni
Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. In primo luogo, la declaratoria di inammissibilità del ricorso determina il passaggio in giudicato della sentenza impugnata, che diventa così definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, il ricorrente subisce un pregiudizio economico non trascurabile, dovendo farsi carico sia delle spese del procedimento che di una sanzione aggiuntiva. Questo caso evidenzia come il ricorso in Cassazione non sia una semplice prosecuzione del processo, ma un rimedio straordinario che richiede il rispetto di rigorosi requisiti formali e sostanziali. Affidarsi a un professionista esperto è cruciale per valutare la reale ammissibilità e fondatezza di un’eventuale impugnazione, evitando così esiti negativi e costi imprevisti.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione perché il ricorso presenta vizi formali o sostanziali che ne impediscono la trattazione, come la genericità dei motivi o il mancato rispetto dei termini.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.
La decisione della Corte d’Appello diventa definitiva dopo questa ordinanza?
Sì, la declaratoria di inammissibilità del ricorso per Cassazione comporta che la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello) diventi definitiva e irrevocabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 25701 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 25701 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 06/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME (CUI CODICE_FISCALE) nato a MELITO DI PORTO SALVO il 02/03/1989
avverso la sentenza del 17/12/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminato il ricorso di NOME
OSSERVA
Ritenuto che il motivo con cui si deduce l’assenza di motivazione è manifestamente
infondato e generico in quanto di fatto privo di articolata censura nei confronti della sente impugnata; che, infatti, il ricorso è inammissibile per genericità dei motivi allorché gli stess
contengono la precisa prospettazione delle ragioni in fatto o in diritto da sottoporre a veri
(Sez. 3, n. 16851 del 02/03/2010, Cecco, Rv. 246980);
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del rilevato,
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 06/06/2025