Inammissibilità Ricorso in Cassazione: Quando e Perché la Suprema Corte non decide nel Merito
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di inammissibilità del ricorso in Cassazione, un esito processuale che ferma il giudizio prima ancora di entrare nel vivo della questione. Un individuo aveva impugnato una sentenza della Corte d’Appello di L’Aquila, ma il suo tentativo di ottenere una revisione dalla Suprema Corte è stato bloccato sul nascere. Analizziamo cosa significa questa decisione e quali sono le sue conseguenze pratiche.
Il Fatto: Un Ricorso Respinto in Partenza
Il caso in esame riguarda un ricorso presentato da un soggetto contro una decisione emessa dalla Corte d’Appello di L’Aquila il 9 maggio 2024. La questione è stata portata all’attenzione della Corte di Cassazione, l’organo di vertice della giurisdizione italiana. Tuttavia, dopo aver esaminato gli atti, la Corte ha emesso un’ordinanza che non ha analizzato le ragioni del ricorrente, ma si è limitata a dichiarare il ricorso inammissibile.
Focus sull’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti del processo. Il suo compito è quello di ‘giudice della legittimità’, ossia di verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge. Un ricorso, per essere esaminato, deve rispettare requisiti molto stringenti.
L’inammissibilità scatta quando il ricorso presenta dei vizi, che possono essere:
* Formali: ad esempio, la presentazione fuori termine o la mancanza della firma di un avvocato abilitato.
* Sostanziali: quando i motivi addotti non rientrano tra quelli previsti dalla legge, oppure quando, di fatto, si chiede alla Corte di rivalutare le prove e i fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.
La Decisione della Corte e le Conseguenze Economiche
La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità è duplice. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. Nel nostro caso, la decisione della Corte d’Appello di L’Aquila acquisisce piena efficacia.
In secondo luogo, il ricorrente subisce conseguenze economiche. La Corte lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una funzione deterrente: scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a dichiarare l’inammissibilità del ricorso. Tuttavia, una tale decisione si fonda sempre sulla violazione delle norme che regolano l’accesso al giudizio di legittimità. La Corte ha evidentemente riscontrato che l’atto di impugnazione non possedeva i requisiti di legge per poter essere esaminato nel merito, troncando così il processo sul nascere. La condanna accessoria alla sanzione pecuniaria conferma la valutazione negativa della Corte sull’iniziativa processuale del ricorrente.
Le Conclusioni
Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: il ricorso in Cassazione è uno strumento eccezionale, non un’ulteriore opportunità per ridiscutere l’intera vicenda. La decisione di inammissibilità e la conseguente condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria servono a tutelare la funzione della Suprema Corte e a sanzionare l’abuso dello strumento processuale. Per chi intende adire la Cassazione, è quindi cruciale affidarsi a una difesa tecnica specializzata che possa valutare la reale sussistenza dei presupposti per un ricorso ammissibile e fondato.
Cosa significa che un ricorso in Cassazione è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per questo tipo di impugnazione.
Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
La sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva. Inoltre, il ricorrente è stato condannato a pagare le spese del processo e a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione pecuniaria è una conseguenza prevista dalla legge in caso di inammissibilità di un ricorso penale. Serve a scoraggiare la presentazione di appelli infondati o dilatori, sanzionando l’uso improprio dello strumento processuale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14906 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14906 Anno 2025
Presidente: IMPERIALI NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 18/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
DI COGNOME NOME nato a CERIGNOLA il 29/12/1988
avverso la sentenza del 09/05/2024 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
)/1
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
considerato che l’unico motivo di ricorso, che contesta la violazione di legge
ed il vizio motivazionale in relazione all’art. 133 cod. pen., è del tutto generico in quanto prospetta deduzioni astratte e prive delle ragioni di diritto e dei dati di fatto
che sorreggono la richiesta, a fronte di un motivo di appello parimenti generico e di una motivazione inerente al trattamento punitivo sufficiente e non illogica (si
vedano, in particolare, pagg. 2 e 3 della sentenza impugnata sulla congruità della pena inflitta);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 18/02/2025
Il Ca sigliere COGNOME