LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7510/2024, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da due imputati contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. La decisione si fonda sulla manifesta genericità dei motivi di ricorso, che non rispettavano i requisiti di specificità imposti dall’art. 581 del codice di procedura penale. L’ordinanza sottolinea come la mancanza di una puntuale indicazione degli errori contestati e della loro decisività impedisca al giudice di esercitare il proprio sindacato, ribadendo un principio fondamentale per la validità degli atti di impugnazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale nel diritto processuale penale: la necessità di specificità negli atti di impugnazione. La decisione evidenzia come la presentazione di un ricorso con motivi generici conduca inevitabilmente alla sua declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo questa pronuncia per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da due soggetti avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Napoli. Gli imputati, attraverso un unico atto, hanno impugnato la decisione di secondo grado, contestando la correttezza della motivazione che fondava la loro dichiarazione di responsabilità. Il caso è così giunto all’esame della Suprema Corte di Cassazione.

L’Analisi della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi proposti e li ha ritenuti manifestamente infondati, giungendo a una pronuncia di inammissibilità del ricorso. Il fulcro della decisione risiede nella violazione dell’articolo 581 del codice di procedura penale, che impone requisiti precisi per la validità di un atto di impugnazione.

Secondo i giudici di legittimità, il ricorso era caratterizzato da “doglianze generiche”. I ricorrenti, infatti, si sono limitati a contestare la motivazione della sentenza impugnata senza:

* Indicare puntualmente gli elementi a sostegno della loro censura.
* Precisare il contenuto e la decisività delle questioni che ritenevano irrisolte.
* Confrontarsi specificamente con l’apparato argomentativo autonomo della sentenza d’appello.

In particolare, la Corte ha sottolineato come la critica all’uso della tecnica di motivazione per relationem (cioè per rinvio ad altri atti) sia stata formulata in modo generico, senza specificare in che modo i giudici di merito ne avrebbero fatto un uso esorbitante rispetto ai limiti consolidati dalla giurisprudenza.

La Violazione dell’Art. 581 c.p.p. e l’Inammissibilità del Ricorso

L’articolo 581 c.p.p. richiede che l’atto di impugnazione contenga, a pena di inammissibilità, l’indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. L’obiettivo della norma è consentire al giudice dell’impugnazione di individuare con esattezza i rilievi mossi e di esercitare il proprio sindacato. Un ricorso generico, che non entra nel dettaglio delle critiche, vanifica questa funzione e si traduce in un atto non idoneo a far proseguire il giudizio.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che i ricorsi non permettevano di comprendere le specifiche critiche mosse alla sentenza di secondo grado. L’assenza di una critica puntuale e argomentata impedisce al giudice di legittimità di svolgere il proprio ruolo di controllo sulla corretta applicazione della legge. Prospettare doglianze generiche significa, in sostanza, chiedere una rivalutazione complessiva del merito della vicenda, compito che esula dalle competenze della Corte di Cassazione. Pertanto, constatata la mancanza dei requisiti essenziali, la Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili.

Conclusioni: L’Obbligo di Specificità negli Atti di Impugnazione

L’ordinanza in commento rappresenta un monito importante per gli operatori del diritto. La redazione di un atto di impugnazione richiede rigore e precisione. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso rispetto alla decisione del giudice precedente, ma è indispensabile articolare una critica strutturata, specifica e pertinente, ancorata a precisi elementi fattuali e giuridici. In caso contrario, il rischio concreto è quello di incorrere in una declaratoria di inammissibilità del ricorso, con la conseguenza non solo di rendere definitiva la condanna, ma anche di subire un’ulteriore condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché mancava dei requisiti di specificità prescritti dall’art. 581 del codice di procedura penale. Le lamentele erano generiche e non indicavano puntualmente gli elementi a sostegno, il contenuto e la decisività delle questioni, impedendo al giudice di individuare i rilievi e di esercitare il proprio controllo.

Quali sono le conseguenze dell’inammissibilità del ricorso per i ricorrenti?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che il ricorso non si è confrontato con l’autonomo apparato argomentativo della sentenza?
Significa che i ricorrenti non hanno analizzato e criticato in modo specifico le ragioni esposte nella sentenza d’appello, limitandosi a contestazioni generiche senza entrare nel merito del ragionamento seguito dai giudici di secondo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati