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Inammissibilità ricorso: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2277/2024, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla mancanza dei requisiti di specificità del ricorso, considerato generico e non correlato alle argomentazioni della sentenza impugnata, configurandosi come un tentativo non consentito di rivalutare i fatti. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale della redazione tecnica e precisa degli atti di impugnazione.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso: quando la genericità costa caro

L’ordinanza n. 2277/2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la necessità di specificità nei motivi di ricorso. Quando un’impugnazione è formulata in modo vago e non si confronta criticamente con la decisione precedente, l’esito è segnato: l’inammissibilità del ricorso. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i requisiti formali che un ricorso deve possedere per superare il vaglio della Suprema Corte e perché la mera riproposizione di lamentele già respinte non è una strategia vincente.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano. L’appellante contestava la sua responsabilità penale sotto diversi profili: sia per quanto riguarda la valutazione delle prove, sia in relazione alla mancata applicazione dell’art. 131-bis del codice penale (causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto). Inoltre, veniva contestata la mancata esclusione della recidiva.

Il ricorrente, tuttavia, ha presentato alla Corte di Cassazione un atto che, secondo i giudici, era carente dei requisiti essenziali per poter essere esaminato nel merito.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si basa interamente su ragioni di carattere processuale, senza entrare nel merito delle questioni sollevate. Secondo i giudici, il ricorso era privo dei requisiti di specificità richiesti dall’articolo 581 del codice di procedura penale. Le doglianze sono state definite ‘generiche’ e non supportate da un’analisi critica delle argomentazioni che costituivano il fondamento della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. I punti chiave della motivazione sono i seguenti:

1. Mancanza di Specificità: Il ricorso non deve essere solo generico o indeterminato, ma deve anche stabilire una correlazione precisa tra le ragioni della decisione impugnata e i motivi dell’impugnazione. Non è sufficiente sollevare una critica, ma è necessario che questa critica si confronti punto per punto con la logica argomentativa del giudice precedente. Ignorare le spiegazioni fornite nella sentenza d’appello porta inevitabilmente al vizio di mancanza di specificità.

2. Divieto di Rivalutazione dei Fatti: I giudici hanno sottolineato che le censure presentate miravano, in sostanza, a ottenere una nuova valutazione delle prove e una ricostruzione alternativa dei fatti. Questo tipo di richiesta è estranea al giudizio di legittimità della Corte di Cassazione, il cui compito non è riesaminare le prove, ma verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

3. Mera Riproduzione delle Doglianze d’Appello: La Corte ha rilevato che i motivi del ricorso erano una semplice riproposizione delle stesse doglianze difensive già ampiamente esaminate e respinte, con argomenti logici e giuridici corretti, dai giudici d’appello. Un ricorso in Cassazione non può limitarsi a ripetere argomenti già disattesi senza indicare specifiche violazioni di legge o vizi di motivazione.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante per la prassi legale. La redazione di un ricorso per cassazione richiede un’elevata perizia tecnica. Non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma una sede in cui si controlla la legittimità della decisione. La specificità non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa dell’impugnazione: costringe il ricorrente a un’analisi rigorosa e critica, evidenziando le reali lacune giuridiche o logiche della sentenza, anziché limitarsi a una generica lamentela. L’esito di questo caso dimostra che un ricorso non adeguatamente strutturato è destinato a non superare il vaglio di ammissibilità, con conseguente condanna alle spese e la definitività della sentenza di condanna.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è privo dei requisiti di specificità previsti dalla legge, ad esempio se le contestazioni sono generiche, non si confrontano criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata o cercano di ottenere una nuova valutazione delle prove, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Cosa significa che i motivi di un ricorso devono essere ‘specifici’?
Significa che il ricorrente deve indicare in modo preciso le parti della sentenza che contesta e le ragioni giuridiche di tale contestazione. Non è sufficiente riproporre le stesse lamentele già presentate e respinte nei gradi di giudizio precedenti, ma è necessaria un’analisi critica che evidenzi vizi di legge o di motivazione.

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità?
Oltre a rendere definitiva la condanna precedente, la dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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