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Inammissibilità ricorso: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 60/2024, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso in materia penale per la sua genericità. La decisione sottolinea come la mancanza di una puntuale enunciazione dei motivi di diritto e dei riferimenti alla motivazione dell’atto impugnato, come previsto dall’art. 581 c.p.p., impedisca al giudice di esercitare il proprio sindacato. L’esito è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, confermando la severità dei requisiti formali per l’accesso al giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso in Cassazione: perché la specificità è cruciale

L’accesso al giudizio di Cassazione non è un diritto incondizionato, ma è subordinato al rispetto di precisi requisiti formali. Un recente provvedimento della Suprema Corte, l’ordinanza n. 60/2024, ribadisce un principio fondamentale: la genericità dei motivi di impugnazione conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere l’importanza di redigere un atto di impugnazione chiaro, specifico e tecnicamente ineccepibile.

I fatti alla base della decisione

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. L’appellante contestava la correttezza della motivazione che aveva portato alla sua dichiarazione di responsabilità. Tuttavia, il ricorso è stato sottoposto al vaglio della Corte di Cassazione, che ne ha analizzato la struttura e il contenuto prima di poterne esaminare il merito.

La decisione della Corte e l’inammissibilità del ricorso

La Corte di Cassazione ha concluso per una secca declaratoria di inammissibilità del ricorso. La decisione non è entrata nel vivo delle questioni sollevate dall’imputato, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dei requisiti di ammissibilità previsti dall’articolo 581 del codice di procedura penale.

La violazione dei requisiti di specificità

Secondo i giudici di legittimità, l’atto di impugnazione era completamente privo dei requisiti di specificità richiesti dalla legge. In particolare, mancava una ‘puntuale enunciazione’ dei seguenti elementi:

* Le ragioni di diritto: Il ricorso non esplicitava in modo chiaro e comprensibile le norme di legge che si assumevano violate dalla sentenza impugnata.
* I riferimenti alla motivazione: L’atto non conteneva riferimenti congrui e pertinenti alla motivazione della sentenza della Corte d’Appello, impedendo di fatto alla Cassazione di comprendere quali parti della decisione fossero oggetto di censura e perché.

Questa carenza strutturale ha reso impossibile per il giudice dell’impugnazione individuare i rilievi mossi e, di conseguenza, esercitare il proprio sindacato sulla decisione di secondo grado.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda interamente sulla violazione dell’art. 581 c.p.p. Tale norma impone, a pena di inammissibilità, che i motivi di ricorso siano specifici. La specificità non è un mero formalismo, ma un requisito sostanziale che garantisce la funzionalità del sistema delle impugnazioni. Un motivo generico, che si limita a contestare la decisione senza articolare precise censure giuridiche e senza confrontarsi con le argomentazioni del giudice precedente, non permette alla Corte di Cassazione di svolgere il suo ruolo di giudice di legittimità. Il suo compito, infatti, non è quello di riesaminare i fatti del processo, ma di verificare la corretta applicazione della legge. Senza motivi specifici, questo controllo è impossibile. La Corte ha quindi ritenuto che il ricorso, così formulato, non superasse il vaglio preliminare di ammissibilità.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame ha due conseguenze pratiche immediate per il ricorrente. La prima è che la sentenza di condanna della Corte d’Appello diventa definitiva. La seconda è di natura economica: il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: la redazione di un ricorso per Cassazione richiede massima perizia tecnica. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso verso una sentenza, ma è indispensabile articolare critiche precise, pertinenti e giuridicamente fondate, pena l’immediata chiusura del processo con una declaratoria di inammissibilità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era privo dei requisiti di specificità previsti dall’art. 581 del codice di procedura penale. In particolare, non enunciava in modo puntuale le ragioni di diritto a fondamento delle censure e non conteneva riferimenti adeguati alla motivazione della sentenza impugnata.

Cosa si intende per ‘requisiti di specificità’ di un ricorso?
Per ‘requisiti di specificità’ si intende l’obbligo per chi impugna una sentenza di indicare in modo chiaro e preciso i motivi della contestazione, specificando le norme di legge che si ritengono violate e le parti della motivazione della sentenza che si criticano, spiegandone le ragioni.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
Le conseguenze sono state la declaratoria di inammissibilità del ricorso, che ha reso definitiva la sentenza di condanna, e la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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