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Inammissibilità ricorso: i motivi generici in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso a causa della genericità dei motivi presentati. Il primo motivo è stato respinto per mancanza di correlazione con la sentenza impugnata, mentre il secondo è stato giudicato inammissibile perché sollevato per la prima volta in sede di legittimità. Questa decisione sottolinea l’importanza della specificità e del rispetto dei gradi di giudizio, confermando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando la Genericità Costa Cara in Cassazione

L’inammissibilità del ricorso per Cassazione rappresenta uno degli ostacoli procedurali più comuni e severi nel processo penale. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce, ancora una volta, perché la specificità e la corretta formulazione dei motivi di impugnazione non sono mere formalità, ma requisiti essenziali per accedere al giudizio di legittimità. Analizziamo una decisione che illustra perfettamente come la genericità e la proposizione di censure nuove portino inevitabilmente a una pronuncia sfavorevole, con conseguente condanna alle spese.

Il Caso: Un Ricorso Contro una Condanna per Ricettazione

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. La condanna riguardava il reato di ricettazione (art. 648 c.p.), che presupponeva la commissione di un altro delitto, in questo caso l’introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.). L’imputato, non soddisfatto della decisione di secondo grado, decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione, articolando il proprio ricorso su due distinti motivi.

I Motivi del Ricorso e l’Inammissibilità

L’esito del giudizio di legittimità è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile in toto. La Corte ha esaminato separatamente i due motivi, evidenziando per ciascuno vizi procedurali insuperabili che ne hanno precluso l’analisi nel merito. Vediamo perché questa decisione sull’inammissibilità del ricorso è così significativa.

Primo Motivo: Mancanza di Correlazione tra Ricorso e Sentenza

Il primo motivo di ricorso mirava a contestare la sussistenza del reato presupposto (art. 474 c.p.). Tuttavia, secondo i giudici supremi, l’argomentazione era viziata da una fondamentale carenza: la mancanza di specificità. Il ricorrente, infatti, non aveva creato una reale correlazione tra le sue lamentele e le ragioni esposte dai giudici d’appello nella motivazione della sentenza impugnata.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: un motivo di ricorso non è generico solo quando è vago, ma anche quando ignora completamente le argomentazioni del provvedimento che contesta. L’impugnazione deve instaurare un dialogo critico con la decisione precedente, non può essere un atto slegato da essa. La violazione di questo principio conduce, come previsto dall’art. 591, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale, a una declaratoria di inammissibilità del ricorso.

Secondo Motivo: Attenuanti Generiche non Richieste in Appello

Con il secondo motivo, il ricorrente lamentava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. Anche questa doglianza è stata respinta, ma per una ragione diversa. La Corte ha rilevato che tale richiesta non era mai stata formulata come motivo specifico nel precedente grado di giudizio, ovvero nell’atto di appello.

L’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale stabilisce chiaramente che non possono essere dedotte in Cassazione questioni che non siano già state sottoposte al giudice dell’appello. Si tratta di una regola volta a preservare la struttura del processo, che si articola per gradi, impedendo che una parte possa “saltare” un grado di giudizio per sollevare una censura per la prima volta davanti alla Suprema Corte. Se il ricorrente riteneva che il riepilogo dei motivi d’appello contenuto nella sentenza impugnata fosse errato o incompleto, avrebbe dovuto contestarlo specificamente nel ricorso, cosa che non ha fatto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Corte si fonda su due pilastri della procedura penale: il principio di specificità dei motivi di impugnazione e il principio devolutivo. Il primo impone che chi impugna un provvedimento debba indicare con chiarezza e precisione le ragioni della sua contestazione, confrontandosi punto per punto con la motivazione del giudice precedente. Il secondo stabilisce che il giudice superiore può decidere solo sulle questioni che gli sono state specificamente sottoposte dalla parte. L’ordinanza in esame dimostra come l’inosservanza di queste regole non sia un mero errore formale, ma un vizio radicale che impedisce al ricorso di superare il vaglio preliminare di ammissibilità. La Corte, dichiarando l’inammissibilità, non entra nel merito della colpevolezza o dell’entità della pena, ma si ferma a una valutazione puramente procedurale.

Le Conclusioni: La Specificità come Requisito Fondamentale

In conclusione, questa pronuncia offre un importante monito sulla necessità di redigere gli atti di impugnazione con la massima cura e precisione. L’inammissibilità del ricorso non solo frustra le aspettative di giustizia del cliente, ma comporta anche conseguenze economiche concrete, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, fissata in questo caso in tremila euro. Per evitare tali esiti, è indispensabile che ogni motivo di ricorso sia autosufficiente, specifico e direttamente collegato alle argomentazioni della sentenza che si intende censurare, rispettando scrupolosamente i limiti del giudizio di legittimità.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è considerato generico, e quindi inammissibile, non solo quando le lamentele sono vaghe, ma anche quando non si confrontano specificamente con le motivazioni della sentenza impugnata. È necessario che vi sia una correlazione diretta tra le critiche mosse e le argomentazioni del giudice che ha emesso la decisione contestata.

È possibile presentare per la prima volta un motivo di doglianza direttamente in Cassazione?
No. In base all’art. 606, comma 3 del codice di procedura penale, non è consentito sollevare in sede di legittimità motivi che non siano stati precedentemente dedotti nell’atto di appello. Il ricorso per Cassazione non può essere utilizzato per introdurre censure nuove che dovevano essere esaminate nel grado di giudizio precedente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la legge prevede l’obbligo di versare una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, il cui importo viene stabilito dal giudice. Nel caso di specie, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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