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Inammissibilità ricorso: i limiti delle impugnazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso presentato da due imputati contro una sentenza del Giudice dell’Udienza Preliminare. La decisione si fonda sul fatto che i motivi addotti non rientravano tra quelli tassativamente previsti dalla legge, come modificata dalla riforma del 2017. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando la Cassazione Chiude la Porta all’Appello

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione applichi rigorosamente le norme che disciplinano l’inammissibilità del ricorso in materia penale. Questa decisione sottolinea l’importanza per i difensori di formulare le impugnazioni nel rispetto dei paletti fissati dal legislatore, pena non solo il rigetto, ma anche pesanti conseguenze economiche per i propri assistiti. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso emblematico.

I Fatti del Caso

Due persone hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dal Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Roma. I ricorrenti, attraverso i loro difensori, hanno cercato di contestare la decisione di primo grado, portando le loro argomentazioni davanti alla Suprema Corte.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con una procedura snella, ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un vaglio preliminare, riscontrando un vizio insanabile che ha impedito alla Corte di procedere oltre. La conseguenza diretta è stata la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 4.000,00 euro ciascuno a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: I Motivi Tassativi del Ricorso

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione delle norme introdotte con la legge n. 103 del 23 giugno 2017. La Corte ha specificato che i ricorsi erano inammissibili perché i motivi presentati non rientravano nel novero di quelli tassativamente previsti dalla legge. In particolare, la normativa limita le impugnazioni a specifiche categorie di vizi, quali:

1. Questioni attinenti all’espressione della volontà dell’imputato.
2. Il difetto di correlazione tra l’accusa (la richiesta) e la sentenza.
3. L’erronea qualificazione giuridica del fatto contestato.
4. L’illegalità della pena inflitta o della misura di sicurezza applicata.

I ricorsi in esame, secondo la Corte, non sollevavano alcuna di queste specifiche questioni. Pertanto, mancando il presupposto fondamentale per l’analisi di merito, l’unica via percorribile era la declaratoria di inammissibilità. La Corte ha inoltre specificato che tale declaratoria deve essere pronunciata “senza formalità”, come previsto dall’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, confermando l’applicazione di un rito accelerato per i casi di manifesta inammissibilità.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul fatto, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge. Le modifiche legislative del 2017 hanno ulteriormente ristretto il campo delle possibili doglianze, con l’obiettivo di deflazionare il carico della Suprema Corte e di scoraggiare impugnazioni puramente dilatorie.

La condanna al pagamento di una cospicua somma alla Cassa delle ammende non è una sanzione accessoria, ma una conseguenza diretta e prevista per legge dell’inammissibilità del ricorso. Serve da deterrente e sottolinea la serietà con cui il sistema giuridico considera la presentazione di appelli che non rispettano i requisiti formali e sostanziali imposti dalla procedura.

Cosa succede quando un ricorso penale in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
L’appellante viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, il cui importo è stabilito discrezionalmente dal giudice.

Quali sono i motivi per cui un ricorso può essere dichiarato inammissibile secondo questa ordinanza?
Un ricorso è inammissibile se i motivi non riguardano specificamente le questioni previste dalla legge, come vizi nella volontà dell’imputato, mancanza di correlazione tra accusa e sentenza, errata qualificazione giuridica del fatto, o illegalità della pena o della misura di sicurezza.

Cosa significa che la declaratoria di inammissibilità è pronunciata “senza formalità”?
Significa che la Corte di Cassazione può dichiarare l’inammissibilità con una procedura semplificata e rapida, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale, quando i motivi di inammissibilità sono evidenti e non richiedono un’approfondita discussione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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