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Inammissibilità ricorso: i limiti del riesame

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27951/2025, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso una sentenza emessa in sede di udienza preliminare. La Corte ha ribadito che il suo esame non può estendersi a errori valutativi di diritto che non siano palesi ed evidenti dalla contestazione. Di conseguenza, a causa della manifesta inammissibilità del ricorso, il proponente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso: i limiti della Corte di Cassazione

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sull’ inammissibilità ricorso in Cassazione, delineando con chiarezza i confini del giudizio di legittimità. Quando un’impugnazione si spinge a criticare valutazioni che non emergono palesemente dagli atti, il suo destino è segnato. Questo provvedimento ribadisce un principio fondamentale: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un organo di controllo sulla corretta applicazione della legge.

Il caso in esame

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dal Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Firenze. Il ricorrente lamentava presunti errori valutativi di diritto contenuti nella decisione, cercando di ottenere un annullamento dalla Suprema Corte.

La Decisione della Corte: i paletti sull’inammissibilità ricorso

La Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le pretese del ricorrente, dichiarando l’appello inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato: l’impugnazione che denuncia errori di valutazione giuridica è ammissibile solo se tali errori sono evidenti e manifesti dalla contestazione stessa. Non è possibile, in sede di legittimità, procedere a una nuova e diversa valutazione che non sia strettamente legata a vizi palesi.

Le motivazioni

I giudici hanno chiarito che la verifica sul rispetto delle norme, in particolare quelle relative ai riti alternativi come il patteggiamento (richiamando l’art. 444, comma 2, c.p.p.), deve essere condotta esclusivamente sulla base dei capi di imputazione, della succinta motivazione della sentenza e dei motivi specifici dedotti nel ricorso. Qualsiasi tentativo di indurre la Corte a una riconsiderazione del merito, mascherata da censura di diritto, è destinato a fallire.

Citando un precedente specifico (Cass. n. 33145/2020), la Corte ha sottolineato come nel caso di specie la sentenza impugnata non manifestasse quei vizi evidenti che avrebbero potuto giustificare un esame più approfondito. L’assenza di elementi che potessero far ritenere il ricorrente incolpevole nel proporre un ricorso palesemente infondato ha portato all’applicazione dell’art. 616 c.p.p., con la conseguente condanna alle spese e al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le conclusioni

La pronuncia in commento è un monito per chi intende adire la Corte di Cassazione. È essenziale che i motivi di ricorso siano rigorosamente ancorati a vizi di legittimità chiari e non a critiche sulla valutazione dei fatti. La conseguenza dell’inammissibilità ricorso non è solo la conferma della decisione impugnata, ma anche un aggravio di spese per il ricorrente. Questo provvedimento rafforza la funzione nomofilattica della Cassazione, volta a garantire l’uniforme interpretazione della legge, e non a rivedere all’infinito il giudizio sul fatto.

Quando un ricorso in Cassazione rischia di essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando denuncia presunti errori di valutazione giuridica che non risultano evidenti dalla contestazione, dalla motivazione della sentenza e dai motivi di ricorso, richiedendo di fatto un nuovo esame del merito della causa, non consentito in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze economiche della declaratoria di inammissibilità?
A norma dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro, fissata equitativamente dalla Corte, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in € 3.000,00.

Su quali elementi si basa la Corte di Cassazione per la sua valutazione?
La Corte deve condurre la sua verifica esclusivamente sulla base dei capi di imputazione, della motivazione (anche se succinta) della sentenza impugnata e dei motivi specificamente indicati nel ricorso, senza poter compiere indagini o valutazioni ulteriori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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