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Inammissibilità ricorso e spese legali: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da tre imputati contro una sentenza del Tribunale di merito. La decisione sottolinea le conseguenze economiche di un’impugnazione proceduralmente errata, inclusa la condanna al pagamento delle spese processuali, di una sanzione pecuniaria e della rifusione delle spese legali in favore della parte civile ammessa al gratuito patrocinio. Questo caso evidenzia l’importanza del rispetto dei requisiti formali per l’accesso alla giustizia superiore.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Costi e Conseguenze secondo la Cassazione

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio è regolato da precise norme procedurali. Un errore nella presentazione di un’impugnazione può portare a una declaratoria di inammissibilità ricorso, con significative conseguenze economiche per chi la propone. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica, illustrando anche come viene gestita la condanna alle spese in presenza di una parte civile ammessa al gratuito patrocinio.

I fatti del caso

Tre persone hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Caltagirone. La parte civile, costituitasi nel processo, ha presentato una memoria chiedendo che i ricorsi fossero dichiarati inammissibili o rigettati, evidenziando di essere stata ammessa al beneficio del gratuito patrocinio.

La decisione sull’inammissibilità del ricorso

La Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato e dato avviso alle parti, ha accolto la richiesta di inammissibilità. La Corte ha quindi dichiarato i ricorsi inammissibili, stabilendo una serie di condanne a carico dei ricorrenti.

Nello specifico, la decisione ha comportato:
1. La condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
3. La condanna in solido degli imputati alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel giudizio dalla parte civile.

Le motivazioni

La Corte, nel dichiarare l’inammissibilità ricorso, ha implicitamente riconosciuto la fondatezza delle eccezioni procedurali sollevate dalla parte civile o rilevate d’ufficio. Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio dei motivi specifici di inammissibilità, la decisione si fonda sul principio che un’impugnazione, per essere esaminata nel merito, deve rispettare tutti i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge. La mancanza di tali requisiti ne impedisce la valutazione, rendendola, appunto, inammissibile.

Un punto cruciale della motivazione riguarda la gestione delle spese legali della parte civile. Essendo quest’ultima ammessa al gratuito patrocinio, i suoi costi di difesa sono anticipati dallo Stato. La condanna degli imputati alla rifusione di tali spese non va direttamente alla parte civile, ma allo Stato stesso, a titolo di rimborso. La Corte ha specificato che la quantificazione esatta di tali spese sarà effettuata dal Tribunale di Caltagirone con un decreto di pagamento separato, in applicazione degli articoli 82 e 83 del D.P.R. 115/2002 (Testo Unico sulle spese di giustizia).

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la presentazione di un ricorso non è un atto privo di conseguenze. Un’impugnazione ritenuta inammissibile comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche l’imposizione di sanzioni economiche a carico del ricorrente. La condanna al pagamento delle spese processuali e alla sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare ricorsi palesemente infondati o dilatori. Inoltre, il caso chiarisce il meccanismo di recupero delle spese da parte dello Stato quando la parte vittoriosa beneficia del gratuito patrocinio, garantendo che i costi della giustizia ricadano sulla parte soccombente e non sulla collettività.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. I ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nel provvedimento.

Se la parte vincitrice è ammessa al gratuito patrocinio, chi paga le sue spese legali?
La parte soccombente (in questo caso, i ricorrenti) viene condannata a rimborsare le spese di rappresentanza e difesa. Tuttavia, il pagamento non va direttamente alla parte vincitrice, ma viene effettuato in favore dello Stato, che ha anticipato tali costi in virtù del gratuito patrocinio.

Quali sono le conseguenze economiche dirette per chi propone un ricorso inammissibile, secondo questa ordinanza?
Secondo questa ordinanza, i ricorrenti sono stati condannati in solido a pagare le spese processuali, una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende e a rifondere allo Stato le spese legali sostenute per la difesa della parte civile ammessa al gratuito patrocinio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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