LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso e condanna alla Cassa Ammende

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 12/03/2025, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende, in linea con la giurisprudenza consolidata che sanziona le impugnazioni manifestamente infondate.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla proposizione di un ricorso in Cassazione giudicato inammissibile. Comprendere i meccanismi di inammissibilità del ricorso è fondamentale per chiunque si avvicini al sistema giudiziario, poiché le implicazioni non sono solo procedurali ma anche economiche. La Corte Suprema, con questo provvedimento, ribadisce un principio consolidato: i ricorsi palesemente infondati comportano sanzioni pecuniarie a carico del proponente.

Il Contesto Processuale

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 12 settembre 2024. Il ricorrente ha cercato di ottenere una revisione della decisione di secondo grado, portando la questione davanti ai giudici di legittimità. La Suprema Corte, riunitasi in udienza il 12 marzo 2025, ha esaminato la sussistenza dei presupposti per poter procedere a un esame nel merito dell’impugnazione.

La Decisione della Corte sull’Inammissibilità Ricorso

L’esito dell’analisi della Corte è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione impedisce ai giudici di entrare nel vivo della questione e di valutare la fondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata. La declaratoria di inammissibilità non è una pronuncia sul merito della controversia, ma un giudizio preliminare che attesta la mancanza dei requisiti essenziali previsti dalla legge per l’accesso al giudizio di Cassazione.

Di conseguenza, la Corte ha adottato due misure sanzionatorie a carico del ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali, una conseguenza standard per la parte la cui iniziativa processuale non ha avuto successo.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa seconda sanzione ha una natura afflittiva e serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o manifestamente privi di fondamento.

Le Motivazioni Giuridiche

La Corte di Cassazione, nel motivare la condanna al pagamento della sanzione pecuniaria, si rifà a un orientamento giurisprudenziale consolidato, che trova il suo fondamento nella sentenza n. 186 del 2000 della Corte Costituzionale. Secondo tale principio, quando l’inammissibilità del ricorso è evidente e non dovuta a cause di forza maggiore, il giudice può imporre una sanzione economica. Lo scopo è duplice: da un lato, sanzionare l’abuso dello strumento processuale, che impegna inutilmente le risorse della giustizia; dall’altro, fungere da deterrente per evitare la proliferazione di impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. La somma di tremila euro è stata determinata in via equitativa dalla Corte, tenendo conto delle circostanze del caso concreto.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un messaggio importante per gli operatori del diritto e per i cittadini: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, riservato a casi in cui si lamentano specifiche violazioni di legge. Proporre un ricorso senza una solida base giuridica espone non solo al rischio di una declaratoria di inammissibilità, ma anche a significative conseguenze economiche. La condanna alla Cassa delle ammende rappresenta un costo aggiuntivo che deve essere attentamente ponderato prima di intraprendere un’azione legale in sede di legittimità. La decisione serve quindi come monito a un uso più consapevole e responsabile degli strumenti di impugnazione.

Cosa succede quando un ricorso penale in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e può essere tenuto a versare una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Qual è l’importo della sanzione pecuniaria stabilita in questo caso?
La Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, determinata in via equitativa.

Perché viene imposta una sanzione pecuniaria oltre al pagamento delle spese processuali?
La sanzione è prevista dalla giurisprudenza (richiamando la sent. Corte Cost. n. 186/2000) per i casi in cui l’inammissibilità del ricorso è evidente. Ha una funzione deterrente per scoraggiare la presentazione di ricorsi infondati o temerari, che gravano inutilmente sul sistema giudiziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati