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Inammissibilità ricorso: discrezionalità del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sul principio che la valutazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui operato, se ben motivato, non è sindacabile in sede di legittimità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando la Discrezionalità del Giudice è Insindacabile

L’inammissibilità del ricorso per Cassazione rappresenta un concetto cruciale nel nostro ordinamento, segnando il confine tra il giudizio di legittimità e quello di merito. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce ancora una volta i limiti entro cui è possibile contestare una sentenza, specialmente per quanto riguarda la determinazione della pena. La decisione sottolinea come la valutazione del trattamento sanzionatorio sia riservata alla discrezionalità del giudice di merito, rendendo il ricorso inammissibile se non vengono dedotti vizi di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze. L’oggetto della doglianza non riguardava la ricostruzione dei fatti o l’accertamento della responsabilità penale, bensì il trattamento sanzionatorio che il ricorrente riteneva eccessivamente afflittivo. La difesa ha quindi adito la Corte di Cassazione, cercando di ottenere una riconsiderazione della pena applicata nei gradi di merito.

La Decisione della Corte sull’Inammissibilità del Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato le istanze del ricorrente, dichiarando l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione non entra nel merito della congruità della pena, ma si ferma a un livello procedurale precedente. La Corte ha stabilito che le censure mosse dal ricorrente non integravano un valido motivo di ricorso, in quanto si limitavano a contestare una valutazione prettamente discrezionale del giudice di secondo grado. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: il Principio della Discrezionalità del Giudice di Merito

Il cuore della motivazione risiede in un principio cardine del nostro sistema processuale: la netta separazione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. La Corte di Cassazione ha ribadito che ogni valutazione inerente alla determinazione della pena è riservata alla discrezionalità del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Questi giudici, infatti, hanno il compito di effettuare un “giudizio olistico” sulla gravità dell’episodio, tenendo conto di tutte le circostanze specifiche del caso concreto.

La Suprema Corte può intervenire solo se tale potere discrezionale è stato esercitato in modo palesemente illogico, arbitrario o in violazione di legge. Nel caso di specie, i giudici di legittimità hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse espresso adeguatamente le ragioni della sua decisione, operando in piena coerenza con i principi ermeneutici in materia. Pertanto, il tentativo di ottenere una nuova valutazione della pena si è configurato come una richiesta di un terzo grado di merito, inammissibile in sede di Cassazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La pronuncia in commento offre un’importante lezione pratica: il ricorso per Cassazione non è uno strumento per rinegoziare la pena. Per avere successo, l’impugnazione deve concentrarsi su specifiche violazioni di legge o su vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza, e non su un generico disaccordo con l’entità della sanzione. Questa ordinanza rafforza la stabilità delle decisioni dei giudici di merito e chiarisce che la loro valutazione discrezionale, se correttamente motivata, è da considerarsi definitiva.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando non contesta una violazione di legge o un vizio di motivazione, ma si limita a criticare una valutazione che rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, come la determinazione dell’entità della pena, a condizione che questa sia stata logicamente motivata.

Cosa significa “discrezionalità del giudice di merito” nella determinazione della pena?
Significa che il giudice di primo e secondo grado ha il potere, entro i limiti fissati dalla legge, di decidere la pena più adeguata al caso concreto, basandosi su una valutazione complessiva (“giudizio olistico”) della gravità del fatto e delle circostanze.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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