Inammissibilità Ricorso: Quando un Appello Fallisce e Costa Caro
Presentare un ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, una possibilità cruciale per far valere le proprie ragioni. Tuttavia, è fondamentale che l’atto sia redatto nel pieno rispetto dei requisiti di legge. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra chiaramente le conseguenze negative di un’ inammissibilità ricorso, trasformando un tentativo di difesa in un ulteriore onere economico per il ricorrente.
I Fatti del Caso
Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 12 dicembre 2023. Il ricorrente, attraverso il suo appello, cercava di ottenere l’annullamento o la riforma della decisione del giudice di secondo grado. La Corte di Cassazione, dopo aver ricevuto il ricorso e sentito la relazione del Consigliere designato, ha proceduto alla valutazione preliminare dell’atto.
La Decisione della Corte: La Dichiarazione di Inammissibilità del Ricorso
L’esito di questa valutazione è stato netto: con ordinanza del 31 marzo 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ovvero non stabilisce se il ricorrente avesse torto o ragione sui fatti contestati. Piuttosto, la Corte ha rilevato che il ricorso mancava dei presupposti giuridici necessari per poter essere esaminato. Di conseguenza, il processo si è concluso in questa fase preliminare.
La declaratoria di inammissibilità ha comportato due precise conseguenze economiche per il ricorrente:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: come di consueto in caso di soccombenza, la parte il cui ricorso viene respinto è tenuta a sostenere i costi del procedimento.
2. Condanna al versamento alla Cassa delle ammende: oltre alle spese, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è specificamente prevista per i casi di ricorso inammissibile e ha lo scopo di scoraggiare appelli palesemente infondati o presentati senza il rispetto delle norme procedurali.
Le Motivazioni
Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo dedurre che la decisione si fondi su vizi procedurali. Generalmente, un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile quando, ad esempio, i motivi non sono specifici, si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi precedenti senza individuare vizi di legittimità, oppure contesta l’apprezzamento dei fatti, valutazione che è preclusa al giudice di legittimità. La condanna alla Cassa delle ammende, in particolare, suggerisce che la Corte abbia ravvisato una colpa nel ricorrente per aver azionato un rimedio giurisdizionale senza la dovuta diligenza, appesantendo inutilmente il carico di lavoro della giustizia.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato in modo responsabile. La presentazione di un ricorso in Cassazione è un’attività tecnica che richiede rigore e competenza. L’ inammissibilità ricorso non è solo una sconfitta processuale, ma si traduce in un costo economico tangibile e significativo. La decisione serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti esperti per valutare attentamente i presupposti di un appello, al fine di evitare non solo la delusione di un rigetto, ma anche l’imposizione di sanzioni che possono aggravare ulteriormente la posizione del cittadino.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non ha potuto esaminare il caso nel merito perché l’appello non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La questione di fondo non viene quindi discussa.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.
Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione pecuniaria è prevista dalla legge per i casi di inammissibilità e serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale, scoraggiando la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che gravano sul sistema giudiziario.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14717 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14717 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a CERIGNOLA il 09/09/1975
avverso la sentenza del 12/12/2023 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
letto il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME NOME avverso la sentenza in epigrafe;
ritenuto che il primo motivo è inammissibile, in quanto ripropone la questione concernente l’accertamento dell’elemento soggettivo del reato di
evasione, non confrontandosi con le corrette considerazioni svolte sul punto nella sentenza impugnata;
rilevato che il secondo motivo, relativo al trattamento sanzionatorio, è
inammissibile, in quanto tale aspetto non era stato espressamente devoluto al giudice di appello e, in ogni caso, anche in ordine a tale aspetto la sentenza
implicitamente fornisce adeguate argomentazioni;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma
di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 31 marzo 20 5 Il Consigliere est sore
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