Inammissibilità Ricorso: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso non conforme ai requisiti di legge. Comprendere il concetto di inammissibilità ricorso è fondamentale, poiché tale esito non solo preclude l’analisi del merito della questione, ma comporta anche significative sanzioni economiche per i ricorrenti. Questo provvedimento, pur nella sua sinteticità, è emblematico della rigorosità procedurale richiesta nel più alto grado di giudizio.
I Fatti del Caso
Due soggetti avevano proposto ricorso per Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania in data 11 dicembre 2024. Attraverso l’impugnazione, i ricorrenti miravano a ottenere una revisione della decisione di secondo grado, sperando in un esito a loro più favorevole. Il caso è stato quindi assegnato alla settima sezione penale della Suprema Corte per la valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.
La Decisione della Corte di Cassazione e l’Inammissibilità del Ricorso
All’udienza del 14 maggio 2025, la Corte di Cassazione, dopo aver sentito la relazione del Consigliere designato e dato avviso alle parti, ha emesso la sua decisione. Con una formula concisa e perentoria, ha dichiarato l’inammissibilità ricorso per entrambi i proponenti. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello di Catania è diventata definitiva. Oltre a respingere l’impugnazione, la Corte ha condannato i ricorrenti in solido al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, è prassi che provvedimenti di questo tipo, soprattutto quelli della cosiddetta “sezione filtro”, si concentrino sull’esito procedurale senza dilungarsi sulle motivazioni quando i vizi del ricorso sono palesi. Le cause di inammissibilità possono essere molteplici: la presentazione del ricorso fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici previsti dal codice di procedura penale (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di censure che in realtà mirano a una rivalutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. La decisione della Corte implica che uno o più di questi difetti procedurali erano presenti, rendendo impossibile l’esame nel merito delle doglianze sollevate.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
La conclusione di questo procedimento è netta: il tentativo di impugnare la sentenza di secondo grado è fallito per un vizio formale. Le implicazioni pratiche per i ricorrenti sono severe. In primo luogo, la condanna inflitta dalla Corte d’Appello diventa irrevocabile e deve essere eseguita. In secondo luogo, si aggiunge un onere economico non trascurabile: oltre a dover sostenere le spese legali del proprio procedimento, i ricorrenti sono obbligati a versare le spese processuali statali e una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. Questo caso serve da monito sull’importanza di redigere un ricorso per Cassazione in modo tecnicamente ineccepibile, rispettando scrupolosamente tutti i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge, per evitare una declaratoria di inammissibilità ricorso e le relative conseguenze negative.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non può esaminare il merito della questione, ossia se le ragioni dell’appellante sono fondate o meno, a causa di un difetto procedurale o formale nell’atto di ricorso stesso.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
I ricorrenti vengono condannati a pagare sia le spese del procedimento (spese processuali) sia una sanzione pecuniaria, che in questo caso ammonta a 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende.
La dichiarazione di inammissibilità modifica la sentenza precedente?
No, al contrario. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende definitiva e irrevocabile la sentenza emessa dal giudice del grado precedente, in questo caso la Corte d’Appello di Catania.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20815 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20815 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/05/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME nato a MILANO il 02/04/1962 COGNOME nato a CATANIA il 04/02/1961
avverso la sentenza del 11/12/2024 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che, con separati ma omologhi atti a firma del comune difensore, gli imputati NOME COGNOME e COGNOME COGNOME ricorrono avverso la sentenza della
Corte di appello di Catania che ne ha confermato la condanna per il delitto di cui furto in abitazione;
Rilevato che i ricorsi si esauriscono in affermazioni e richieste astratte, intrinsecamente indeterminate e prive di confronto argomentativo con la sentenza
impugnata;
Vista la memoria depositata dal difensore dei ricorrenti, che non aggiunge argomenti decisivi al fine di superare la causa di inammissibilità del ricorso
Ritenuto, pertanto, che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, con la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 14/05/2025