Inammissibilità Ricorso: Le Conseguenze Economiche della Condanna
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre uno spunto cruciale per comprendere le conseguenze dell’inammissibilità ricorso. Quando un’impugnazione non supera il vaglio preliminare della Suprema Corte, le implicazioni per il ricorrente non sono solo la conferma della decisione impugnata, ma anche l’imposizione di sanzioni pecuniarie significative. Questo caso, deciso il 26 maggio 2025, illustra perfettamente tale dinamica.
Il Caso in Analisi: Un Ricorso Davanti alla Suprema Corte
La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Trieste in data 16 settembre 2024. L’imputato, cercando di ribaltare la decisione dei giudici di secondo grado, ha adito la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. La Suprema Corte, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha emesso la sua decisione.
La Decisione della Corte e l’Inammissibilità Ricorso
L’esito del giudizio di legittimità è stato netto. La Corte non è entrata nel merito delle doglianze sollevate dal ricorrente, ma si è fermata a una valutazione preliminare. L’ordinanza, infatti, si conclude con la condanna del proponente del ricorso al pagamento delle spese processuali e, soprattutto, al versamento di una somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Questa specifica statuizione è l’indicatore inequivocabile che la Corte ha dichiarato l’inammissibilità ricorso. Significa che l’atto di impugnazione mancava dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per poter essere esaminato nel merito.
Le Motivazioni
Il provvedimento in esame, per la sua natura sintetica, non esplicita nel dettaglio le ragioni dell’inammissibilità. Tuttavia, la condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione prevista dal codice di procedura penale proprio per i casi di inammissibilità. Le motivazioni di tale sanzione risiedono nella necessità di scoraggiare ricorsi palesemente infondati, dilatori o presentati al di fuori dei canoni legali. Il legislatore e la giurisprudenza intendono così sanzionare l’abuso dello strumento processuale, che impegna inutilmente le risorse della giustizia. La condanna non ha natura risarcitoria, ma sanzionatoria, e mira a responsabilizzare la parte che decide di adire la Suprema Corte, un giudice che valuta la sola legittimità e non può riesaminare i fatti del processo.
Le Conclusioni
La decisione analizzata ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, soggetto a rigidi requisiti. La dichiarazione di inammissibilità ricorso non è un evento neutro, ma comporta conseguenze economiche dirette per il ricorrente. La condanna al pagamento di una sanzione a favore della Cassa delle ammende funge da deterrente contro impugnazioni avventate. Per i cittadini e i professionisti legali, ciò sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e scrupolosa dei presupposti di un ricorso per Cassazione, al fine di evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un aggravio di spese e sanzioni.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende.
A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
In base all’ordinanza esaminata, il ricorrente è stato condannato al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese processuali.
Cos’è la Cassa delle ammende e perché il ricorrente è stato condannato a versare una somma a suo favore?
La Cassa delle ammende è un ente pubblico che finanzia progetti per il miglioramento delle condizioni detentive e il reinserimento sociale dei condannati. La condanna a versare una somma a suo favore è una sanzione pecuniaria prevista dalla legge per scoraggiare la presentazione di ricorsi infondati o proposti in violazione delle norme procedurali, sanzionando così un uso improprio dello strumento processuale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22254 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22254 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 26/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a MONTEVARCHI il 28/02/1982
avverso la sentenza del 16/09/2024 della CORTE APPELLO di TRIESTE
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
visto il ricorso di COGNOME NOME
OSSERVA
Ritenuto che il ricorso con cui si deducono vizi di motivazione in ordine alla sussistenza del
responsabilità per il delitto di cui all’art. 343 cod. proc. pen. è inammissibile in quanto t una rappresentazione alternativa dei fatti attraverso. una edulcorata scissione della unita
vicenda che ha portato la Corte territoriale a confermare come il ricorrente avesse proferito frase offensiva oggetto di contestazione proprio in direzione del giudice che celebrava l’udienza
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 26/05/2025.