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Inammissibilità ricorso: condanna alle spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze procedurali di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando l’Impugnazione Costa Cara

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio deve seguire regole precise. Quando un’impugnazione, specialmente davanti alla Suprema Corte di Cassazione, non rispetta i requisiti previsti dalla legge, la conseguenza è l’inammissibilità del ricorso. Questo non solo chiude la porta a una revisione del caso, ma comporta anche significative conseguenze economiche. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra perfettamente questo principio.

La Vicenda Processuale

Il caso trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 13 giugno 2024. Insoddisfatto della decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, cercando di ottenere un annullamento o una riforma della pronuncia di secondo grado. Il fascicolo giungeva quindi all’esame della Settima Sezione Penale della Suprema Corte.

La Decisione della Suprema Corte sull’Inammissibilità del Ricorso

Con un’ordinanza emessa all’udienza del 21 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. I giudici hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso, un esito che impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate. In sostanza, l’appello non è stato giudicato infondato, ma piuttosto non idoneo a essere discusso per vizi procedurali o di forma. La conseguenza diretta di tale decisione è stata duplice e severa: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame è un provvedimento sintetico che si concentra sulla statuizione finale. Non vengono esplicitate nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno portato a ritenere il ricorso inammissibile (ad esempio, la genericità dei motivi, la tardività della presentazione o la proposizione di censure non consentite in sede di legittimità). Tuttavia, la natura stessa del provvedimento – un’ordinanza che dichiara l’inammissibilità – implica che il ricorso fosse affetto da vizi talmente evidenti da non richiedere una trattazione approfondita. La motivazione risiede nel mancato rispetto dei presupposti che la legge impone per adire validamente la Suprema Corte, la quale non è un terzo grado di giudizio sul fatto, ma un organo di controllo sulla corretta applicazione della legge.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa decisione ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento processuale: l’impugnazione non è uno strumento da utilizzare con leggerezza. L’inammissibilità del ricorso non è un mero tecnicismo, ma una sanzione processuale con effetti concreti. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende, oltre alle spese del procedimento, ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. Per il cittadino, ciò significa che prima di intraprendere un percorso giudiziario così complesso, è fondamentale una valutazione attenta e professionale dei motivi di ricorso, per evitare di incorrere in esiti pregiudizievoli non solo dal punto di vista giudiziario, ma anche economico.

Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non esamina il merito del caso perché l’atto di impugnazione non possiede i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per essere preso in considerazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico ammonta a tremila euro.

Perché la Corte decide con ordinanza e non con sentenza in questo caso?
La Corte utilizza lo strumento dell’ordinanza per le decisioni di natura procedurale, come la dichiarazione di inammissibilità, che non entrano nel merito della questione giuridica sottostante ma si limitano a statuire sulla validità dell’atto processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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