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Inammissibilità ricorso: condanna alle spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro un’ordinanza di una Corte d’Appello che revocava un beneficio di legge. La decisione di inammissibilità ricorso ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, evidenziando le severe conseguenze economiche di un’impugnazione proceduralmente errata.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso: le conseguenze economiche

Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza che ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’inammissibilità ricorso comporta non solo la fine del percorso giudiziario per l’imputato, ma anche significative conseguenze economiche. Questa decisione offre uno spunto cruciale per comprendere l’importanza di presentare impugnazioni ben fondate e correttamente argomentate, al fine di evitare sanzioni pecuniarie.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso un’ordinanza emessa da una Corte d’Appello. La decisione impugnata aveva disposto la revoca di diritto di un beneficio concesso in precedenza, in applicazione dell’art. 168, primo comma, n. 2 del codice penale. Sentendosi leso da tale provvedimento, il soggetto ha deciso di rivolgersi alla Suprema Corte di Cassazione per ottenerne l’annullamento.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità Ricorso

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. Questa statuizione non entra nel merito della questione, ovvero non valuta se la Corte d’Appello avesse ragione o torto nel revocare il beneficio. La declaratoria di inammissibilità si ferma a un livello precedente, constatando che il ricorso stesso manca dei requisiti minimi per poter essere esaminato.
La conseguenza diretta di tale decisione, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, è stata duplice:
1. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il ricorso non era stato ‘correttamente argomentato’ contro l’ordinanza impugnata. In altre parole, le ragioni presentate dal ricorrente non erano idonee a contestare validamente e in punto di diritto le motivazioni addotte dalla Corte d’Appello. Quando un ricorso è viziato da difetti procedurali o da argomentazioni generiche o non pertinenti, il giudice non può fare altro che dichiararlo inammissibile. La legge, a questo punto, prevede una sanzione pecuniaria per aver inutilmente attivato la macchina giudiziaria di ultimo grado.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro monito sulle implicazioni di un’impugnazione. La scelta di presentare un ricorso in Cassazione deve essere ponderata e supportata da solide basi giuridiche. Un’inammissibilità ricorso non solo conferma la decisione precedente, ma aggrava la posizione economica del ricorrente, costringendolo a sostenere ulteriori costi. La sanzione del versamento alla Cassa delle ammende ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare ricorsi pretestuosi o dilatori, garantendo che l’accesso alla giustizia di legittimità sia riservato a questioni di reale e fondato rilievo giuridico.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come stabilito dal giudice.

Qual era il motivo dell’inammissibilità nel caso specifico?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché non era stato correttamente argomentato per contestare l’ordinanza impugnata, che aveva disposto la revoca di un beneficio legale.

A quanto ammonta la somma che il ricorrente deve versare alla Cassa delle ammende?
In base a questa ordinanza, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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