LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso: condanna a spese e sanzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso presentato avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. A seguito di questa decisione, basata sull’articolo 616 del codice di procedura penale, la parte ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La decisione sottolinea le conseguenze economiche automatiche derivanti dalla presentazione di un ricorso che non supera il vaglio di ammissibilità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Le Conseguenze Economiche della Decisione della Cassazione

Quando un procedimento legale giunge in Corte di Cassazione, l’esito non è sempre una decisione sul merito della questione. A volte, il percorso si interrompe prima, con una declaratoria di inammissibilità ricorso. Questa ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio delle conseguenze dirette e onerose di tale esito, stabilendo non solo la condanna alle spese processuali ma anche un versamento significativo alla Cassa delle ammende.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un soggetto avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Trieste in data 12 dicembre 2023. Senza entrare nei dettagli della questione di sorveglianza, il punto focale è che la parte ricorrente ha deciso di impugnare tale provvedimento, portando il caso all’attenzione della Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio del nostro ordinamento.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, riunitasi in udienza, ha esaminato il ricorso. L’analisi dei giudici, tuttavia, non ha riguardato il fondo della questione sollevata dalla ricorrente. L’attenzione si è concentrata sui requisiti preliminari che ogni ricorso deve possedere per poter essere giudicato. All’esito di questa valutazione, la Corte ha concluso che il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile. Tale declaratoria non significa che la ricorrente avesse torto o ragione nel merito, ma che l’atto di impugnazione non rispettava le condizioni formali o sostanziali previste dalla legge per un valido accesso al giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Condanna Economica

La motivazione principale della condanna economica risiede nell’applicazione diretta e inderogabile dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la parte privata che lo ha proposto deve essere condannata al pagamento delle spese del procedimento.

Inoltre, la legge prevede una sanzione pecuniaria aggiuntiva, a meno che non sussistano specifiche cause di esonero (che in questo caso la Corte non ha ravvisato). La Corte ha quindi condannato la ricorrente a versare una somma, determinata in via equitativa in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende. La ragione di questa sanzione è duplice: da un lato, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle regole processuali; dall’altro, finanziare l’amministrazione della giustizia e i programmi di recupero.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione in esame ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente in sede di legittimità, è un diritto che deve essere esercitato con responsabilità. L’inammissibilità ricorso non è una mera formalità, ma un esito processuale con implicazioni economiche severe. Chi intende presentare un ricorso in Cassazione deve essere consapevole che, in caso di inammissibilità, andrà incontro a una condanna certa al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria che può essere anche molto consistente. Questa ordinanza serve da monito sulla necessità di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere un’impugnazione, per evitare di incorrere in conseguenze finanziarie negative oltre alla delusione per la mancata revisione del caso.

Cosa significa quando un ricorso è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso non possiede i requisiti di forma o di sostanza previsti dalla legge per essere esaminato nel merito dalla Corte. Di conseguenza, i giudici non entrano nel vivo della questione, ma si fermano a questa valutazione preliminare.

Quali sono le conseguenze economiche previste in caso di inammissibilità?
In base all’ordinanza e all’art. 616 c.p.p., la parte che ha presentato il ricorso inammissibile è condannata a pagare sia le spese processuali sia una somma di denaro, in questo caso tremila euro, alla Cassa delle ammende.

Su quale norma si basa la condanna al pagamento della somma alla Cassa delle ammende?
La condanna si fonda sull’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede specificamente questa sanzione pecuniaria come conseguenza della dichiarazione di inammissibilità o del rigetto di un ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati