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Inammissibilità ricorso concordato: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro una sentenza di appello emessa a seguito di un concordato. Il ricorso è stato respinto con procedura de plano, poiché i motivi sollevati non rientravano tra quelli consentiti dalla legge in caso di accordo sulla pena, confermando la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione. Questo caso evidenzia la stretta perimetrazione dell’impugnazione in presenza di un’opzione per l’inammissibilità ricorso concordato.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Concordato: I Limiti dell’Impugnazione in Cassazione

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui limiti dell’impugnazione in Cassazione a seguito di un ‘concordato’ sulla pena in appello. La decisione sottolinea come l’accordo tra le parti restringa notevolmente le possibilità di un ulteriore gravame, ribadendo il principio di inammissibilità ricorso concordato per motivi non specificamente previsti dalla legge. Analizziamo nel dettaglio la pronuncia della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un imputato ha presentato ricorso per Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello che aveva ratificato un accordo sulla pena raggiunto con la Procura Generale. L’accordo, comunemente noto come ‘concordato in appello’, prevedeva una ridefinizione della sanzione penale. Nonostante l’accordo, l’imputato ha deciso di impugnare la decisione, sollevando diverse questioni davanti alla Suprema Corte.

La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità Ricorso Concordato

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, adottando la procedura semplificata ‘de plano’ prevista dall’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale. Questa procedura viene utilizzata quando l’inammissibilità appare manifesta, consentendo una decisione rapida basata sugli atti. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro quattromila alla Cassa delle ammende, non ravvisando alcuna assenza di colpa nella proposizione del ricorso.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale (richiamando la sentenza n. 7333 del 2018). Il principio chiave è che, quando le parti raggiungono un accordo sulla pena in appello, il successivo ricorso per Cassazione è consentito solo per un novero molto ristretto di motivi. Questi includono:

1. Vizi del consenso: Se il consenso al concordato non è stato espresso liberamente e consapevolmente.
2. Contenuto difforme: Se la pronuncia del giudice si discosta da quanto concordato tra le parti.

La Corte ha specificato che sono invece inammissibili tutte le altre doglianze, come quelle relative a:
Motivi rinunciati: Questioni a cui l’imputato ha implicitamente o esplicitamente rinunciato con l’accordo.
Mancata valutazione del proscioglimento: La presunta mancata analisi delle condizioni per un proscioglimento immediato ai sensi dell’art. 129 c.p.p.
Vizi nella determinazione della pena: Errori nel calcolo o nella commisurazione della sanzione che non si traducano in una pena illegale (cioè diversa per specie da quella prevista dalla legge o applicata fuori dai limiti edittali).

Poiché i motivi sollevati dal ricorrente rientravano in queste categorie escluse, il ricorso è stato inevitabilmente dichiarato inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la scelta di un rito premiale come il concordato in appello comporta una significativa limitazione del diritto di impugnazione. L’imputato che accede a tale accordo deve essere pienamente consapevole che sta rinunciando alla possibilità di contestare la sentenza per la maggior parte dei motivi. La decisione serve come monito: il ricorso per Cassazione dopo un concordato non è una terza istanza di merito, ma un rimedio eccezionale, esperibile solo per vizi radicali che inficiano la validità stessa dell’accordo o la legalità della pena. Pertanto, la valutazione sull’opportunità di un concordato deve essere ponderata attentamente con il proprio difensore, considerando la quasi definitività della decisione che ne scaturirà.

Dopo un accordo sulla pena in appello (concordato), è sempre possibile fare ricorso in Cassazione?
No. L’ordinanza chiarisce che il ricorso è possibile solo per motivi molto specifici, come l’illegalità della pena inflitta o vizi legati al consenso. Altri motivi, come una diversa valutazione dei fatti o la mancata applicazione di una formula di proscioglimento, sono inammissibili.

Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile ‘de plano’?
Significa che la Corte di Cassazione decide sulla base degli atti scritti, senza la necessità di un’udienza pubblica. Questa procedura accelerata, prevista dall’art. 610, comma 5-bis cod. proc. pen., si applica quando l’inammissibilità del ricorso è evidente.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito nel provvedimento, chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, quattromila euro) in favore della Cassa delle ammende, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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