Inammissibilità Ricorso Competenza: Quando la Cassazione Chiude la Porta
L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento su un aspetto cruciale della procedura penale: l’inammissibilità del ricorso per competenza proposto direttamente alla Corte di Cassazione. Un cittadino si è visto respingere il ricorso contro una decisione di un Tribunale che si era dichiarato incompetente a decidere sulla sua richiesta di applicazione di una pena sostitutiva. La Suprema Corte, con una decisione netta, ribadisce i confini invalicabili dei mezzi di impugnazione, basandosi sul principio di tassatività. Questo articolo analizza la pronuncia, spiegando perché non tutte le decisioni di un giudice possono essere contestate e quali sono le corrette vie procedurali da seguire.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine in fase esecutiva. Un soggetto condannato presenta un’istanza al Tribunale, in qualità di giudice dell’esecuzione, per ottenere l’applicazione di una pena sostitutiva. Il Tribunale, tuttavia, esamina la richiesta e si dichiara incompetente a giudicare sulla questione. Ritenendo errata tale decisione, il condannato decide di impugnarla direttamente, proponendo ricorso alla Corte di Cassazione per far valere le proprie ragioni.
La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso per Competenza
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. È fondamentale sottolineare che la Corte non è entrata nel merito della questione, cioè non ha stabilito se il Tribunale fosse o meno competente. La sua decisione si è fermata a un livello precedente, puramente procedurale. Secondo la Suprema Corte, il tipo di provvedimento impugnato – un’ordinanza che si limita a dichiarare la propria incompetenza senza decidere sul merito – non rientra tra quelli per cui la legge prevede la possibilità di un ricorso diretto in Cassazione.
Le Motivazioni della Cassazione
Il cuore della motivazione risiede nel principio di tassatività dei mezzi di gravame. Questo principio cardine del nostro ordinamento stabilisce che un provvedimento giudiziario può essere contestato solo attraverso gli specifici strumenti (appello, ricorso, ecc.) e nei casi espressamente previsti dal codice di procedura.
La legge non contempla un ricorso immediato alla Corte di Cassazione per le pronunce che decidono esclusivamente sulla competenza. La Corte ha chiarito che il sistema processuale prevede un altro meccanismo per risolvere tali questioni: il conflitto di competenza. Questo strumento può essere attivato qualora un altro giudice, investito della stessa questione, si dichiari a sua volta incompetente. Solo in quel caso la Corte di Cassazione interverrebbe per dirimere il conflitto e stabilire quale giudice debba procedere.
Citando un proprio precedente consolidato (Sez. 1, n. 3177 del 2020), la Corte ha ribadito che non esiste un mezzo preventivo per regolare la competenza tramite un intervento immediato del giudice di legittimità.
Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile de plano, ovvero senza udienza, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. L’inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 c.p.p., non ravvisando la Corte alcuna ipotesi di colpa scusabile.
Le Conclusioni
L’ordinanza riafferma con forza un pilastro della procedura penale: non si può scegliere liberamente come e quando impugnare una decisione. Le vie processuali sono tracciate dalla legge e devono essere rispettate scrupolosamente. Tentare di percorrere una scorciatoia, come impugnare un’ordinanza non appellabile, porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità e a conseguenze economiche negative. La decisione serve da monito sull’importanza di una corretta valutazione degli strumenti processuali a disposizione prima di adire un’istanza superiore, al fine di evitare dispendio di tempo e risorse in azioni destinate al fallimento.
È possibile fare ricorso in Cassazione contro un’ordinanza che dichiara l’incompetenza del giudice?
No, secondo questa ordinanza e la giurisprudenza consolidata, non è possibile. Un’ordinanza che si limita a dichiarare l’incompetenza del giudice non è un provvedimento direttamente impugnabile in Cassazione, in base al principio di tassatività dei mezzi di gravame.
Qual è lo strumento corretto per risolvere una questione di competenza tra giudici?
Lo strumento corretto previsto dal sistema processuale è la proposizione di un conflitto di competenza. Solo in questo caso la Corte di Cassazione può essere chiamata a decidere quale sia il giudice competente.
Cosa succede se si propone un ricorso inammissibile in Cassazione?
La Corte dichiara l’inammissibilità del ricorso senza esaminare il merito della questione. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3512 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3512 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 16/11/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a CADEO il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 18/07/2023 del TRIBUNALE di PIACENZA
/dato avviso
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Considerato che NOME COGNOME ricorre per cassazione avverso la sentenza in preambolo, con la quale il Tribunale di Piacenza ha dichiarato la propria incompetenza a giudicare, quale giudice dell’esecuzione, dell’applicazione della pena sostitutiva dallo stesso richiesta;
ritenuto il ricorso inammissibile perché proposto per contestare una decisione non impugnabile, trattandosi di provvedimento che, senza avere affrontato il merito delle questioni prospettate, si è limitato a riscontrare l propria incompetenza;
richiamati sul punto i principi ormai consolidati, secondo i quali il sistema processuale non consente, per la regola di tassatività dei mezzi di gravame, l’immediata ricorribilità alla Corte di cassazione delle pronunce che decidono sulla competenza del giudice adito e, non essendo previsto alcun mezzo preventivo per regolare la competenza mediante intervento immediato della Suprema Corte, questa potrà essere chiamata a pronunciarsi sulla medesima questione soltanto se investitane mediante proposizione di conflitto (da ultimo Sez 1., n. 3177 del 27/10/2020, Cusato, Rv. 279803);
ritenuto che tanto induce a dichiarare inammissibile il ricorso de plano secondo la previsione dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen., introdotto dalla legge n. 103 del 2017, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, non ricorrendo ipotesi di esonero da colpa, al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, determinabile in euro tremila, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 16 novembre 2023
Il Consigliere estensore
GLYPH Il Presidente