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Inammissibilità ricorso cassazione: spese e ammenda

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso proposto contro una sentenza del GUP di Milano. La decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, in applicazione dell’art. 616 c.p.p. L’ordinanza sottolinea come tale sanzione sia una conseguenza diretta dei profili di inammissibilità riscontrati.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le sue Conseguenze Economiche

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile davanti alla Corte di Cassazione. Comprendere i motivi e gli effetti di una declaratoria di inammissibilità ricorso cassazione è fondamentale per chiunque si avvicini al mondo della giustizia penale. La decisione non solo pone fine al percorso processuale, ma comporta anche sanzioni economiche significative per il ricorrente, come vedremo nel dettaglio.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dal Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) del Tribunale di Milano. Il ricorso era volto a contestare la decisione del giudice di primo grado, sperando in una revisione da parte della Suprema Corte di Cassazione. La Corte, tuttavia, ha deciso di trattare il caso con la procedura semplificata ‘de plano’, ovvero senza un’udienza pubblica, basandosi unicamente sugli atti depositati. Questa scelta procedurale spesso preannuncia un esito di inammissibilità o manifesta infondatezza.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con l’ordinanza numero 15973 del 2025, la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha avuto due conseguenze dirette e onerose per il proponente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: il ricorrente è stato obbligato a farsi carico dei costi legati al procedimento giudiziario.
2. Condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende: è stata disposta una sanzione pecuniaria di tremila euro da versare a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni alla base dell’Inammissibilità Ricorso Cassazione

La Corte ha basato la sua decisione sull’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di rigetto o di inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto deve essere condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la stessa norma prevede l’applicazione di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende quando il ricorso è dichiarato inammissibile, senza che vi siano elementi che possano giustificare la condotta del ricorrente (es. buona fede).

Nel provvedimento, i giudici hanno fatto riferimento a una consolidata giurisprudenza, tra cui una sentenza della Corte Costituzionale (n. 186 del 2000), che ha confermato la legittimità di questo meccanismo sanzionatorio. La sanzione non ha natura punitiva, ma serve a scoraggiare ricorsi pretestuosi o palesemente infondati, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. L’importo di tremila euro è stato determinato proprio in ragione dei ‘profili di inammissibilità rilevati’, suggerendo che le ragioni dell’inammissibilità fossero evidenti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: l’accesso al giudizio di legittimità non è incondizionato. Un ricorso, per essere esaminato nel merito, deve rispettare precisi requisiti formali e sostanziali. In mancanza di questi, scatta la sanzione processuale dell’inammissibilità. Per il cittadino, ciò significa che l’assistenza di un legale esperto è cruciale per valutare attentamente le reali possibilità di successo di un’impugnazione. Presentare un ricorso senza solide basi giuridiche non solo è inutile ai fini processuali, ma si traduce in un concreto esborso economico, come dimostra la condanna al pagamento delle spese e della cospicua sanzione a favore della Cassa delle ammende.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
La condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende è una conseguenza automatica prevista dalla legge (art. 616 c.p.p.) in caso di inammissibilità del ricorso, commisurata in base ai profili di inammissibilità rilevati, come chiarito anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 186 del 2000.

La Corte ha esaminato il merito del ricorso?
No, la dichiarazione di inammissibilità è una decisione pregiudiziale che impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione. La Corte si è fermata alla valutazione dei requisiti di ammissibilità del ricorso stesso, senza entrare nel vivo delle argomentazioni difensive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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