LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso Cassazione: quando è certo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro una sentenza del GIP. La Corte ha stabilito che i motivi dell’appello non rientravano nelle categorie previste dalla legge, come vizi della volontà dell’imputato o illegalità della pena. Di conseguenza, è stata pronunciata una declaratoria di inammissibilità del ricorso senza formalità, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 4.000,00 euro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando la Cassazione Chiude la Porta

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come e perché un’impugnazione possa essere bloccata sul nascere. Comprendere i motivi che portano a una dichiarazione di inammissibilità del ricorso è fondamentale per chiunque si approcci al sistema giudiziario, poiché le conseguenze possono essere significative, anche dal punto di vista economico. Analizziamo questa decisione per capire i criteri rigidi che regolano l’accesso al giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Perugia. L’imputato, tramite il suo difensore, ha cercato di ottenere una revisione della decisione di primo grado appellandosi alla Suprema Corte di Cassazione. Tuttavia, il percorso del ricorso si è interrotto prima ancora di entrare nel merito della questione.

La Decisione della Corte: Inammissibilità del Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale. La Corte ha stabilito che i motivi addotti dal ricorrente non erano validi per giustificare un esame da parte del giudice di legittimità. Di conseguenza, oltre a rigettare l’istanza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una cospicua somma, pari a 4.000,00 euro, a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione sull’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa norma prevede una procedura semplificata, detta “senza formalità”, per i casi in cui l’inammissibilità del ricorso è manifesta. La Suprema Corte ha specificato che i motivi di ricorso sono tassativamente indicati dalla legge. Nel caso specifico, i motivi presentati dal ricorrente non rientravano in nessuna delle categorie ammesse, quali:

* Vizi relativi all’espressione della volontà dell’imputato.
* Difetto di correlazione tra la richiesta dell’accusa e la sentenza.
* Erronea qualificazione giuridica del fatto.
* Illegalità della pena o della misura di sicurezza applicata.

Poiché le argomentazioni del ricorrente esulavano da questi specifici ambiti, il ricorso è stato giudicato privo dei requisiti minimi per essere discusso, portando a una dichiarazione di inammissibilità del ricorso immediata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale della procedura penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. È un rimedio straordinario, limitato al controllo della corretta applicazione della legge. La decisione di dichiarare l’inammissibilità e di condannare il ricorrente a una sanzione economica serve da monito: le impugnazioni devono essere fondate su motivi seri e giuridicamente pertinenti. Proporre ricorsi basati su argomentazioni non consentite dalla legge non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche rilevanti, oltre alla conferma della decisione impugnata.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti non rientravano tra quelli tassativamente previsti dalla legge, come vizi della volontà dell’imputato, difetto di correlazione tra richiesta e sentenza, erronea qualificazione giuridica del fatto o illegalità della pena.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 4.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

In che modo la Corte ha pronunciato la declaratoria di inammissibilità?
La Corte ha pronunciato l’inammissibilità «senza formalità», applicando una procedura semplificata prevista dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale per i casi di manifesta infondatezza del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati