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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi non consentiti

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di due ricorsi presentati contro una sentenza di un Giudice dell’Udienza Preliminare. La decisione si fonda sul fatto che i motivi addotti dai ricorrenti non rientravano tra quelli tassativamente previsti dalla legge. Questa ordinanza ribadisce il principio di inammissibilità ricorso cassazione per vizi procedurali, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, evidenziando la colpa nell’aver proposto un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando i Motivi di Impugnazione sono Fuori Legge

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti procedurali dell’impugnazione. Con una decisione netta, la Suprema Corte ha dichiarato l’inammissibilità ricorso cassazione presentato da due imputati, confermando che l’accesso al giudizio di legittimità è subordinato al rispetto di requisiti rigorosi. Questo caso sottolinea le gravi conseguenze, anche economiche, che derivano dalla proposizione di un ricorso basato su motivi non consentiti dalla legge.

I Fatti del Caso: un’Impugnazione Contro la Sentenza del GUP

La vicenda processuale ha origine dai ricorsi presentati da due persone avverso una sentenza emessa dal Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) del Tribunale di Napoli. Ritenendo di aver subito un torto, i due imputati hanno deciso di portare il caso all’attenzione della Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, con l’obiettivo di ottenere l’annullamento della decisione precedente.

La Decisione della Corte: Ricorsi Trattati “De Plano”

La Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha stabilito di poter trattare la questione con una procedura accelerata, nota come “de plano”. Questa modalità, prevista dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, permette ai giudici di decidere senza una pubblica udienza quando l’esito del ricorso appare scontato, come nel caso di una manifesta inammissibilità. La Corte ha quindi proceduto a dichiarare i ricorsi inammissibili, ponendo fine al percorso giudiziario dei ricorrenti.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questa norma elenca in modo tassativo i motivi specifici per cui è possibile presentare ricorso in Cassazione contro una sentenza emessa a seguito di un giudizio abbreviato. La Corte ha rilevato che i motivi avanzati dai ricorrenti esulavano completamente da tale elenco. Proporre un ricorso per ragioni non contemplate dalla legge costituisce un vizio insanabile che conduce direttamente a una pronuncia di inammissibilità ricorso cassazione.

La Suprema Corte ha inoltre motivato la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro ciascuno in favore della cassa delle ammende. Richiamando un principio consolidato dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000), i giudici hanno sottolineato che tale condanna è giustificata quando i ricorrenti versano “in colpa” nella determinazione della causa di inammissibilità. In altre parole, chi propone un ricorso manifestamente infondato o non consentito non può sfuggire alle conseguenze economiche della propria negligenza processuale.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza analizzata è un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Essa ribadisce con forza che il ricorso non è un terzo grado di giudizio dove ridiscutere liberamente i fatti, ma un rimedio straordinario volto a controllare la corretta applicazione della legge. L’inammissibilità ricorso cassazione non è una mera formalità, ma un filtro di legalità essenziale per il corretto funzionamento della giustizia.

Le implicazioni pratiche sono chiare: è indispensabile che la stesura di un ricorso sia preceduta da un’attenta analisi dei motivi ammessi dalla legge, per evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche significative sanzioni economiche. La decisione serve a responsabilizzare le parti e i loro difensori, incentivando un uso più consapevole e appropriato degli strumenti di impugnazione.

Per quale motivo principale la Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili perché proposti per motivi diversi da quelli specificamente ed esclusivamente consentiti dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale per l’impugnazione di sentenze di questo tipo.

Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma individuale di tremila euro da versare in favore della cassa delle ammende, a causa della loro colpa nel presentare un ricorso non ammissibile.

Cosa significa che un ricorso viene trattato “de plano”?
Significa che la Corte di Cassazione decide sulla base dei soli atti scritti, senza la necessità di una pubblica udienza, applicando una procedura semplificata e accelerata riservata ai casi in cui l’esito, come l’inammissibilità, appare evidente fin da subito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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