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Inammissibilità ricorso cassazione: motivi generici

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso per cassazione contro una condanna. I motivi sono stati giudicati generici, ripetitivi e manifestamente infondati, impedendo alla Corte di esaminare il merito e di dichiarare la prescrizione del reato. La decisione sottolinea i requisiti di specificità per un’impugnazione valida.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso cassazione: quando i motivi sono generici e ripetitivi

L’inammissibilità del ricorso per cassazione è una sanzione processuale che impedisce alla Suprema Corte di esaminare nel merito le questioni sollevate. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i principi fondamentali che regolano la corretta formulazione di un ricorso, sottolineando come la genericità e la mera ripetizione dei motivi già presentati in appello conducano inevitabilmente a tale esito. Analizziamo insieme il caso per comprendere le implicazioni pratiche di questa decisione.

I fatti di causa

Un imputato, condannato in primo e secondo grado alla pena di quattro mesi di arresto e 2.000 euro di ammenda per un reato previsto da una legge del 2018, proponeva ricorso per cassazione. I motivi del ricorso erano tre:

1. La violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza.
2. Un vizio di motivazione e violazione di legge riguardo all’affermazione della sua responsabilità penale.
3. L’intervenuta prescrizione del reato.

La Corte di Appello aveva già esaminato e respinto argomentazioni simili, ma l’imputato le ha riproposte dinanzi alla Corte di Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle accuse, ma si ferma a un livello precedente, quello della corretta instaurazione del giudizio di legittimità. La Corte ha stabilito che nessuno dei motivi presentati possedeva i requisiti minimi di specificità e criticità richiesti dalla legge per poter essere esaminato.

Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni: i pilastri dell’inammissibilità ricorso cassazione

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità, analizzando separatamente ogni motivo di ricorso.

1. Critica argomentata contro motivazione ripetitiva

Il primo motivo è stato giudicato inammissibile perché, invece di confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza d’appello, si limitava a riproporre le stesse censure già respinte nel secondo grado di giudizio. La funzione dell’impugnazione, ricorda la Corte, è quella di una “critica argomentata” al provvedimento che si contesta. Se il ricorso non dialoga con le ragioni del giudice d’appello, ma le ignora, viene meno la sua stessa funzione e deve essere dichiarato inammissibile.

2. La genericità e aspecificità dei motivi

Anche il secondo motivo è stato ritenuto inammissibile per la sua genericità. Un motivo di ricorso non può limitarsi a enunciare una presunta violazione di legge, ma deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono la richiesta. Un’argomentazione vaga e non puntuale non consente alla Corte di comprendere dove risieda l’errore del giudice precedente.

3. Inammissibilità e prescrizione del reato

Il terzo motivo, relativo alla prescrizione, è stato dichiarato manifestamente infondato. La Corte ha chiarito un punto cruciale: l’inammissibilità del ricorso per cassazione impedisce la formazione di un valido rapporto processuale. Di conseguenza, la Corte non può dichiarare eventuali cause di non punibilità, come la prescrizione, maturate dopo la sentenza d’appello. Poiché il ricorso era viziato all’origine, non ha mai validamente introdotto il giudizio di legittimità, precludendo alla Corte qualsiasi valutazione successiva, inclusa quella sulla prescrizione.

Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale sulla tecnica di redazione dei ricorsi per cassazione. Non è sufficiente avere delle ragioni da far valere; è indispensabile saperle presentare secondo le rigorose regole del processo. Un ricorso che sia una mera fotocopia dell’atto d’appello, o che formuli critiche generiche, è destinato all’inammissibilità. Tale esito non solo impedisce un esame nel merito, ma cristallizza la condanna e comporta ulteriori sanzioni economiche, come il pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle ammende. Inoltre, preclude la possibilità di beneficiare di cause estintive del reato, come la prescrizione, che potrebbero maturare durante il giudizio di legittimità.

Perché un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono generici, aspecifici o se si limitano a riprodurre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Significa che il motivo non indica in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che dovrebbero dimostrare l’errore della sentenza impugnata. È una critica vaga che non consente alla Corte di comprendere il fondamento della doglianza.

Se il reato si prescrive durante il giudizio in Cassazione, la Corte può dichiarare la prescrizione anche se il ricorso è inammissibile?
No. Secondo la sentenza, l’inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza dei motivi impedisce la formazione di un valido rapporto processuale. Di conseguenza, la Corte non può rilevare e dichiarare cause di non punibilità, come la prescrizione, intervenute successivamente alla sentenza di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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