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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi e conseguenze

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 19/01/2024, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. La decisione si fonda sulla non conformità dei motivi proposti, i quali tentavano una rivalutazione del merito e si basavano su presupposti fattuali smentiti dagli atti. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

L’accesso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma è un percorso irto di ostacoli procedurali. Un errore nella formulazione dei motivi può portare a una declaratoria di inammissibilità del ricorso in Cassazione, con conseguenze significative per il ricorrente. L’ordinanza n. 5588/2024 della Suprema Corte offre un chiaro esempio di come e perché un ricorso possa essere respinto prima ancora di un esame nel merito.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli il 2 febbraio 2023. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha sollevato due principali censure contro la decisione di secondo grado, sperando di ottenere un annullamento della condanna in sede di legittimità.

I Motivi del Ricorso e l’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

Il ricorso si fondava su due distinti motivi, entrambi giudicati inidonei a superare il vaglio preliminare della Corte:

1. Primo Motivo – Vizio di Procedura: Il ricorrente lamentava una presunta irregolarità nella notifica della data dell’udienza d’appello. Sosteneva che tale vizio avesse compromesso il suo diritto di richiedere una trattazione orale del processo, costringendolo a subire una decisione basata solo su atti scritti (la cosiddetta udienza cartolare).
2. Secondo Motivo – Vizio di Motivazione: La difesa contestava la valutazione delle prove e la tenuta logica della motivazione della sentenza d’appello, mettendo in discussione la responsabilità penale dell’imputato. In sostanza, si chiedeva alla Cassazione una nuova valutazione del compendio probatorio.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi e li ha rigettati entrambi, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione della Corte è netta e didattica, e si articola sui seguenti punti:

Smentita del Primo Motivo: La Corte ha verificato gli atti processuali e ha constatato che la notifica della data dell’udienza era, in realtà, avvenuta correttamente e in tempo utile. La doglianza del ricorrente si è rivelata infondata, poiché basata su un presupposto fattuale errato. La scelta di procedere con udienza cartolare era, pertanto, giustificata dalla tardività del deposito della richiesta di trattazione orale, e non da un difetto di notifica.

Natura del Giudizio di Cassazione: Riguardo al secondo motivo, i giudici hanno ribadito un principio fondamentale del processo penale: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è quello di rivalutare le prove o di sostituire la propria interpretazione dei fatti a quella dei giudici dei gradi precedenti. Il ricorso, invece, cercava proprio questo: una terza valutazione del merito, proponendo critiche già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello con argomenti ritenuti corretti, puntuali e logicamente coerenti.

Le Conclusioni: Conseguenze Economiche dell’Inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità del ricorso in Cassazione non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la parte privata che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la Corte impone il versamento di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, un fondo destinato a finanziare progetti di miglioramento dell’amministrazione della giustizia. Nel caso di specie, il ricorrente è stato condannato al pagamento di Euro 3.000. Questa ordinanza sottolinea l’importanza cruciale di presentare ricorsi fondati su vizi di legittimità concreti e non su tentativi di ridiscutere il merito dei fatti, per evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un significativo onere economico.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi proposti non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, come nel caso in cui si tenti di ottenere una nuova valutazione delle prove già esaminate dai giudici di merito, oppure quando si basa su presupposti di fatto errati e smentiti dagli atti processuali.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 Euro.

È possibile contestare la valutazione delle prove (compendio probatorio) in Cassazione?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non di merito. Pertanto, non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici delle fasi precedenti. I motivi di ricorso devono vertere su errori di diritto (violazione di legge o vizi di motivazione logica), non su una diversa interpretazione dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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