Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando la Motivazione è Sufficiente
L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio pratico sui limiti del giudizio di legittimità e sulle conseguenze della presentazione di un ricorso infondato. Comprendere i criteri di inammissibilità del ricorso in Cassazione è fondamentale per chiunque si approcci al sistema giudiziario, poiché un errore di valutazione può comportare non solo la conferma della condanna, ma anche ulteriori oneri economici. Questo caso specifico riguarda un ricorso basato esclusivamente sulla contestazione del trattamento punitivo applicato.
I Fatti del Caso
Un soggetto, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello, ha deciso di presentare ricorso presso la Corte di Cassazione. L’impugnazione, tuttavia, non verteva su presunti errori di diritto o vizi procedurali, ma si concentrava su un unico punto: la determinazione della pena inflitta dai giudici di merito. Il ricorrente, in sostanza, chiedeva alla Suprema Corte una riconsiderazione della sanzione, ritenendola non adeguata.
La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della richiesta del ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che il ricorso non possiede i requisiti per essere giudicato. La conseguenza diretta di tale pronuncia è stata duplice: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
Il cuore della decisione risiede nella natura stessa del giudizio di Cassazione. La Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti o le decisioni discrezionali dei giudici precedenti, come la quantificazione della pena. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.
Nel caso specifico, i giudici hanno rilevato che:
1. Motivazione Sufficiente e Logica: La sentenza della Corte d’Appello era supportata da una motivazione considerata “sufficiente e non illogica”. I giudici di merito avevano spiegato adeguatamente le ragioni che li avevano portati a determinare quel specifico trattamento punitivo.
2. Adeguato Esame delle Deduzioni Difensive: La Corte d’Appello aveva già preso in esame e valutato gli argomenti difensivi sul punto, come evidenziato richiamando specifiche pagine della sentenza impugnata.
Poiché il ricorso si limitava a contestare una valutazione di merito già adeguatamente motivata, è stato considerato privo di fondamento legale e, quindi, inammissibile. La condanna alla sanzione pecuniaria è stata giustificata richiamando una sentenza della Corte Costituzionale (n. 186 del 2000), la quale stabilisce che tale sanzione è dovuta quando non si può escludere una colpa del ricorrente nel determinare la causa di inammissibilità.
Le Conclusioni
L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità concreti e non su un mero dissenso rispetto alle valutazioni di merito del giudice. Contestare la misura della pena è possibile solo se la motivazione è totalmente assente, palesemente illogica o contraddittoria, non quando è semplicemente sgradita al condannato. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di valutare attentamente i presupposti di un ricorso, per evitare di incorrere in sanzioni che aggravano ulteriormente la posizione processuale.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché contestava unicamente la determinazione del trattamento punitivo, ma la Corte di Cassazione ha ritenuto che la sentenza impugnata fosse sorretta da una motivazione sufficiente e non illogica, e avesse adeguatamente esaminato le argomentazioni difensive.
Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto in casi di inammissibilità colpevole.
È possibile contestare la misura della pena in Cassazione?
Sì, ma solo se si dimostra che la motivazione del giudice di merito è inesistente, manifestamente illogica o contraddittoria. Non è possibile chiedere alla Corte di Cassazione una semplice rivalutazione della pena se la decisione del giudice precedente è adeguatamente giustificata.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 27997 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 27997 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME COGNOME
Data Udienza: 14/06/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 30/01/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché deduce un unico motivo relativo al determinazione del trattamento punitivo benché la sentenza impugnata sia sorretta da sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive sul punto (si vedano le pagine 5 e 6 della sentenza);
ritenuto che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della cassa delle ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 14 giugno 2024.