Inammissibilità ricorso Cassazione: Quando l’appello costa caro
Presentare un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase cruciale che richiede rigore e fondatezza giuridica. Una recente ordinanza della Settima Sezione Penale ci offre lo spunto per analizzare le severe conseguenze dell’inammissibilità del ricorso in Cassazione. Quando un ricorso non supera il vaglio preliminare della Corte, non solo non viene esaminato nel merito, ma comporta anche sanzioni economiche per i ricorrenti, come vedremo in questo caso.
I Fatti del Caso
Due persone avevano proposto ricorso per Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Trieste in data 18 marzo 2024. Il provvedimento in esame non entra nel dettaglio dei reati contestati o dei fatti specifici, concentrandosi esclusivamente sull’esito del ricorso presentato alla Suprema Corte.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte, riunita in camera di consiglio, ha emesso un’ordinanza con la quale, implicitamente, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata la condanna dei ricorrenti al pagamento della somma di tremila Euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione, pur nella sua brevità, è emblematica del ruolo della Cassazione come giudice di legittimità e del suo potere di sanzionare i ricorsi presentati senza i requisiti di legge.
Le motivazioni e le conseguenze dell’inammissibilità del ricorso in Cassazione
Il documento non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità, ma possiamo dedurle dal contesto procedurale. Un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile quando presenta vizi che ne impediscono l’esame nel merito. Le cause più comuni includono:
* Manifesta infondatezza: I motivi del ricorso sono palesemente privi di qualsiasi pregio giuridico.
* Vizi di forma: Il ricorso non rispetta le forme e i termini previsti dal codice di procedura penale (es. è stato presentato in ritardo).
* Motivi non consentiti: Il ricorso si concentra su una rivalutazione dei fatti (questioni di merito), anziché su violazioni di legge (questioni di legittimità), che sono le uniche esaminabili dalla Cassazione.
La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione pecuniaria prevista dalla legge proprio per questi casi. Ha una duplice funzione: da un lato, ristorare l’amministrazione della giustizia per essere stata impegnata in un’attività processuale superflua; dall’altro, fungere da deterrente contro la presentazione di ricorsi dilatori o palesemente infondati che appesantiscono il lavoro della Suprema Corte.
Le conclusioni
La decisione analizzata evidenzia un principio fondamentale della procedura penale: adire la Corte di Cassazione non è un diritto esercitabile senza limiti. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione non solo rende definitiva e irrevocabile la condanna della Corte d’Appello, ma espone anche il ricorrente a conseguenze economiche significative. Questa ordinanza serve da monito sulla necessità di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere l’ultimo grado di giudizio, per evitare che un tentativo di difesa si trasformi in un’ulteriore sanzione.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso presentava vizi procedurali, era stato proposto fuori termine o si basava su motivi manifestamente infondati o non consentiti dalla legge.
Qual è la principale conseguenza economica di un ricorso inammissibile?
La conseguenza principale, come stabilito nell’ordinanza in esame, è la condanna del ricorrente al pagamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese processuali. In questo caso specifico, l’importo è stato fissato in tremila euro.
Cosa accade alla sentenza impugnata dopo la dichiarazione di inammissibilità?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta che la sentenza impugnata, emessa dalla Corte d’Appello, diventi definitiva, irrevocabile e pienamente esecutiva. Il processo si conclude a quel punto.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16734 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16734 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 20/01/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME NOME nato a CODROIPO il 05/10/1969
COGNOME NOME nato a PALMANOVA il 03/02/1977
avverso la sentenza del 18/03/2024 della CORTE APPELLO di TRIESTE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse comune di NOME COGNOME e NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti,
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il provvedimento impugnato e la memoria difensiva trasmessa nell’interesse dei ricorrenti;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché le censure prospettate non sono consentite dalla legge in sede di legittimità in quanto riproduttivi di profili di criticità già adegu
vagliati e disattesi dai giudici del merito con una motivazione fondata su argomen giuridicamente corretti, puntuali rispetto al portato delle doglianze difensive, coerent
riguardo alle emergenze acquisite oltre che immuni da manifeste incongruenze logiche, (
motivazione) contrastata peraltro in termini di evidente inadeguatezza perché non in grado di mettere in discussione il nucleo fondante del ritenuto giudizio di responsabilità (si guar
particolare alle assorbenti valutazioni spese nell’ultimo capoverso di pagina 5 della motivazione rilevato che
. all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 co proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibilotil ricorúle
condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in data 20 gennaio 2025.