Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza
L’inammissibilità del ricorso in Cassazione rappresenta uno degli esiti più netti e severi del processo penale. Significa che l’impugnazione presentata non supera il vaglio preliminare della Suprema Corte, la quale non arriva neppure a discutere il merito della questione. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare le cause e, soprattutto, le conseguenze di tale pronuncia.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un cittadino avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo nel giugno 2024. Sperando di ottenere una riforma della decisione a lui sfavorevole, l’imputato ha adito la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. La Suprema Corte, tuttavia, si è pronunciata con un’ordinanza nel marzo 2025, chiudendo di fatto la porta a qualsiasi ulteriore discussione.
La Decisione della Corte: Inammissibilità del Ricorso
La Corte di Cassazione, nella sua sintetica ma perentoria ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel vivo delle argomentazioni difensive né valuta se la Corte d’Appello abbia giudicato correttamente i fatti. La pronuncia di inammissibilità è una decisione di rito, che blocca l’esame della causa sul nascere.
Contestualmente alla dichiarazione di inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente a due sanzioni economiche:
1. Il pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza in esame non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le cause più comuni che portano a una simile decisione. Il ricorso per Cassazione è un mezzo di impugnazione a critica vincolata: non si possono semplicemente riproporre le stesse argomentazioni di merito già discusse nei gradi precedenti. I motivi di ricorso devono denunciare precise violazioni di legge o vizi di motivazione (illogicità, contraddittorietà) della sentenza impugnata. Spesso, l’inammissibilità deriva proprio dal tentativo di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito che non le spetta. Altre cause possono includere vizi formali, come il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione o la genericità dei motivi addotti. La condanna alla sanzione pecuniaria, inoltre, ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare ricorsi palesemente infondati o presentati con finalità meramente dilatorie.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche
Le implicazioni di una declaratoria di inammissibilità del ricorso in cassazione sono significative. In primo luogo, la sentenza impugnata, in questo caso quella della Corte d’Appello, diventa irrevocabile e definitiva. Ciò significa che la condanna (o l’assoluzione) acquista piena efficacia e non può più essere messa in discussione, salvo i rari casi di revisione del processo. In secondo luogo, le conseguenze economiche per il ricorrente sono immediate e tangibili. Oltre a dover sostenere le proprie spese legali, egli è obbligato a pagare le spese del procedimento in Cassazione e la sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. Questa ordinanza serve quindi da monito sull’importanza di preparare un ricorso per Cassazione con estremo rigore tecnico-giuridico, concentrandosi esclusivamente sui vizi ammessi dalla legge, per evitare un esito che non solo conferma la decisione precedente, ma aggiunge un ulteriore onere economico.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché il ricorso non possiede i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza del grado precedente diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che in questo caso specifico è stata fissata in tremila euro da versare alla Cassa delle ammende.
La Corte di Cassazione ha riesaminato i fatti del caso in questa occasione?
No. Con la dichiarazione di inammissibilità, la Corte si è fermata a una valutazione preliminare sui requisiti del ricorso, senza entrare nel merito della vicenda e senza quindi riesaminare i fatti come accertati nei precedenti gradi di giudizio.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13636 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13636 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ERICE il 06/12/1994
avverso la sentenza del 25/06/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché deduce motivi meramente riproduttivi di profi di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dalla Cor
territoriale (si vedano i seguenti punti della motivazione: 1. sulla configurabilità del reato;
diniego delle circostanze attenuanti generiche; 4. su diniego dell’attenuante di cui all’art.
comma quarto, cod. pen.; 5. su recidiva reiterata infraquinquennale);
ritenuto che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della cassa delle
ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 marzo 2025
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