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Inammissibilità ricorso cassazione: le conseguenze

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 18489/2025, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso contro una sentenza del Tribunale di Locri. La decisione sottolinea le severe conseguenze previste dall’art. 616 c.p.p. in caso di inammissibilità del ricorso in cassazione, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e a una sanzione di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Viene ribadito che la Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’inammissibilità del ricorso in cassazione rappresenta uno degli esiti più severi per chi intraprende l’ultimo grado di giudizio nel sistema penale italiano. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce ancora una volta le conseguenze economiche e procedurali di un ricorso che non supera il vaglio preliminare della Suprema Corte. Questo provvedimento non solo chiude definitivamente la porta a ulteriori esami del caso, ma impone al ricorrente anche sanzioni pecuniarie significative.

Il Contesto della Vicenda Giudiziaria

Il caso in esame origina da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Locri. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione del giudice di merito, ha deciso di adire la Corte di Cassazione per cercare di ottenere un annullamento della pronuncia. Tuttavia, il percorso del ricorso si è interrotto bruscamente davanti alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte.

La Decisione della Corte sull’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello precedente: la verifica dei requisiti di ammissibilità dell’impugnazione. La Corte, operando come giudice di legittimità, ha il compito di assicurare la corretta applicazione della legge, non di riesaminare i fatti del processo come se fosse un terzo grado di merito. L’ordinanza richiama un precedente giurisprudenziale (Cass. n. 5465/2021) per sottolineare come certi tipi di doglianze, verosimilmente incentrate su una rivalutazione dei fatti, non siano consentite in questa sede.

Le Motivazioni Giuridiche

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine della procedura penale: la distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Il ricorso per cassazione può essere proposto solo per specifici motivi previsti dalla legge, come la violazione di norme giuridiche o vizi logici della motivazione, e non per contestare l’apprezzamento delle prove fatto dai giudici precedenti.

Quando un ricorso non rispetta questi limiti, viene dichiarato inammissibile. A questo punto, scatta l’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di declaratoria di inammissibilità, la parte privata che ha proposto l’impugnazione deve essere condannata:

1. Al pagamento delle spese del procedimento.
2. Al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

Nel caso specifico, la Corte ha fissato questa somma in via equitativa in tremila euro.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento ribadisce un messaggio fondamentale per chiunque intenda presentare ricorso in Cassazione: l’impugnazione deve essere tecnicamente impeccabile e focalizzata esclusivamente su questioni di diritto. L’inammissibilità del ricorso in cassazione non è solo una sconfitta processuale, ma comporta conseguenze economiche dirette e non trascurabili. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle ammende serve da deterrente contro ricorsi presentati con leggerezza o con finalità meramente dilatorie, tutelando così l’efficienza e la funzione nomofilattica della Suprema Corte.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo specifico caso?
La Corte di Cassazione ha determinato in via equitativa che la somma da versare alla Cassa delle ammende è di tremila euro.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
L’ordinanza suggerisce che il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché sollevava questioni non consentite in sede di legittimità, ovvero tentava di ottenere un riesame dei fatti e delle prove, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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