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Inammissibilità ricorso Cassazione: le conseguenze

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso in cassazione proposto contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione, basata sull’art. 591 c.p.p., comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle Ammende, confermando le severe conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza in esame offre uno spaccato chiaro e didattico sulle conseguenze dell’inammissibilità del ricorso in Cassazione. Quando un’impugnazione viene presentata senza rispettare i requisiti previsti dalla legge, la Suprema Corte non entra nel merito della questione, ma si limita a dichiararne l’irricevibilità, con importanti conseguenze per il proponente. Questo caso specifico illustra il rigore della procedura e le sanzioni economiche previste.

Il Caso in Esame: Un Ricorso Contro la Sentenza d’Appello

Un soggetto, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bari, ha deciso di proporre ricorso per Cassazione. L’obiettivo era, come di consueto, ottenere un annullamento o una riforma della sentenza di condanna. Tuttavia, il percorso dell’impugnazione si è interrotto bruscamente di fronte al vaglio preliminare della Suprema Corte.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con una procedura semplificata e senza formalità particolari, ha emesso un’ordinanza che dichiara l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione non valuta se l’imputato fosse colpevole o innocente, ma si concentra esclusivamente sulla correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione. La conseguenza diretta e inevitabile di tale declaratoria è la condanna del ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici: il pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma a titolo di sanzione pecuniaria.

Le Sanzioni Economiche Accessorie

In applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza avere reali possibilità di accoglimento.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono concise ma estremamente chiare. La decisione si fonda su una precisa concatenazione di norme procedurali. In primo luogo, l’inammissibilità è stata ricondotta a una delle ipotesi previste dall’articolo 591, comma 1, lettera a) del codice di procedura penale. Sebbene il testo non specifichi la causa esatta, questa norma si riferisce a vizi gravi come la presentazione del ricorso da parte di un soggetto non legittimato o contro un provvedimento non impugnabile.

In secondo luogo, la Corte ha specificato che per tale declaratoria si può procedere senza formalità, avvalendosi della procedura accelerata prevista dall’articolo 610, comma 5 bis, dello stesso codice. Questo strumento consente alla Cassazione di definire rapidamente i ricorsi che non superano il primo filtro di ammissibilità.

Infine, la condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria è una conseguenza diretta e obbligatoria della declaratoria di inammissibilità, come stabilito dall’articolo 616 del codice di procedura penale. La Corte ha quantificato la sanzione in euro tremila, tenendo conto dei profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia, specialmente nel grado di legittimità, è subordinato al rigoroso rispetto delle regole procedurali. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione non è una mera formalità, ma un istituto che protegge l’efficienza del sistema giudiziario, sanzionando le impugnazioni avventate. Per i cittadini e i loro difensori, ciò si traduce nella necessità di valutare con estrema attenzione i presupposti di un ricorso, per evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche significative conseguenze economiche.

Cosa accade quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
Il ricorrente deve sostenere il costo delle spese del procedimento e versare una somma di denaro, che in questo caso specifico è stata determinata in tremila euro, a titolo di sanzione alla Cassa delle Ammende.

È sempre necessaria un’udienza formale per dichiarare l’inammissibilità di un ricorso?
No, il provvedimento chiarisce che in ipotesi di inammissibilità come quella rilevata, la Corte può provvedere senza formalità, seguendo la procedura semplificata prevista dall’articolo 610, comma 5 bis, del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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