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Inammissibilità ricorso Cassazione: le conseguenze

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze procedurali per le impugnazioni che non rispettano i requisiti di legge.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

La Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, con il compito di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge. Tuttavia, l’accesso a questo giudizio è soggetto a rigidi requisiti. Un’ordinanza recente della Settima Sezione Penale mette in luce le conseguenze dirette della presentazione di un gravame privo dei presupposti di legge, dichiarando l’inammissibilità del ricorso e comminando una sanzione pecuniaria. Analizziamo la decisione per comprenderne la portata e le implicazioni.

Il Caso in Esame: Un Ricorso contro la Sentenza d’Appello

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 15 maggio 2024. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Suprema Corte di Cassazione. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, un organo che svolge un ruolo cruciale di ‘filtro’ per i ricorsi, valutandone in via preliminare l’ammissibilità prima che possano essere discussi nel merito.

La Decisione della Suprema Corte: la Sanzione per l’Inammissibilità del Ricorso

Con un’ordinanza emessa il 21 febbraio 2025, la Corte di Cassazione ha posto fine al percorso processuale del ricorrente. L’esito non è stato una pronuncia sul merito della questione, bensì una dichiarazione di inammissibilità. Questa statuizione impedisce alla Corte di esaminare le ragioni poste a fondamento dell’impugnazione.

La conseguenza di tale declaratoria non è neutra: il provvedimento ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Si tratta di una sanzione pecuniaria prevista dal codice di procedura penale proprio per i casi in cui il ricorso viene giudicato inammissibile, con lo scopo di scoraggiare impugnazioni pretestuose o palesemente infondate che gravano inutilmente sul sistema giudiziario.

Le Motivazioni

Sebbene il testo dell’ordinanza non espliciti le ragioni specifiche che hanno condotto alla decisione, è possibile delineare le cause tipiche che portano a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Generalmente, un ricorso in Cassazione è inammissibile quando:

* Vengono dedotti motivi non consentiti dalla legge: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che non si può chiedere alla Corte di rivalutare i fatti del processo, ma solo di verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura.
* I motivi sono manifestamente infondati: quando le argomentazioni del ricorrente appaiono, fin da una prima analisi, prive di qualsiasi fondamento giuridico.
* Mancano i requisiti formali: ad esempio, il ricorso è stato presentato fuori termine, non è stato sottoscritto da un difensore abilitato o è privo della necessaria specificità nell’indicare le violazioni di legge e le ragioni della richiesta.

La Settima Sezione Penale è specificamente deputata a questo tipo di valutazione preliminare, agendo come un filtro per garantire che solo i ricorsi meritevoli di approfondimento giungano alla discussione pubblica.

Le Conclusioni

La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’impugnazione non è un diritto esercitabile senza limiti. Il ricorso per Cassazione, in particolare, deve essere redatto con estremo rigore tecnico e giuridico, concentrandosi esclusivamente su questioni di legittimità. L’esito di questo caso serve da monito: un ricorso superficiale o dilatorio non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche conseguenze economiche negative per chi lo propone. La condanna al pagamento in favore della Cassa delle ammende non è solo una sanzione per il singolo, ma un meccanismo a tutela dell’efficienza della giustizia, volto a scoraggiare l’abuso dello strumento processuale.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. Il ricorrente, oltre a non ottenere la revisione della sentenza impugnata, viene di norma condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione prevista dalla legge come conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in materia penale. Serve a sanzionare l’uso improprio dello strumento dell’impugnazione e a scoraggiare ricorsi dilatori o infondati.

Qual è il ruolo della Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione?
La Settima Sezione Penale ha una funzione prevalente di ‘filtro’. È incaricata di esaminare in via preliminare i ricorsi per valutarne l’ammissibilità, decidendo quali possono procedere a una discussione nel merito presso le altre sezioni e quali, invece, devono essere dichiarati inammissibili con procedura semplificata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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