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Inammissibilità ricorso Cassazione: le conseguenze

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso contro una sentenza di una Corte d’Appello. L’evidente infondatezza dell’impugnazione porta alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro. Questo caso evidenzia le severe conseguenze dell’inammissibilità ricorso Cassazione per manifesta infondatezza.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza in esame offre uno spaccato chiaro sulle conseguenze dell’inammissibilità ricorso Cassazione, un esito che non solo pone fine al percorso processuale ma comporta anche sanzioni economiche per il ricorrente. Questo provvedimento della Suprema Corte, emesso a seguito di un ricorso contro una sentenza di una Corte d’Appello, sottolinea l’importanza di presentare impugnazioni fondate su validi motivi di diritto, pena conseguenze severe.

Il Contesto del Ricorso

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa da una Corte d’Appello in data 11 giugno 2024. L’oggetto della contestazione, tra gli altri, riguardava la valutazione dei giudici di merito circa la mancata restituzione di un oggetto di refurtiva (una scala), che l’imputato aveva abbandonato altrove. La difesa sosteneva la non correttezza dell’argomentazione della Corte territoriale.

La Decisione della Suprema Corte sull’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 12 marzo 2025, ha rigettato completamente le argomentazioni del ricorrente. I giudici di legittimità hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione congrua e conforme alla giurisprudenza consolidata, rendendo di fatto il ricorso privo di fondamento. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Le motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione sulla manifesta infondatezza dei motivi di ricorso. I giudici hanno ritenuto che le argomentazioni presentate non fossero idonee a scalfire la logicità e la coerenza della sentenza impugnata. L’inammissibilità ricorso Cassazione è stata quindi una conseguenza diretta della mancanza di validi vizi di legittimità da sottoporre all’esame della Corte. Richiamando l’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha sottolineato che all’inammissibilità segue non solo la condanna al pagamento delle spese processuali, ma anche una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Tale sanzione è giustificata dalla presenza di ‘profili di colpa’ nel proporre un’impugnazione evidentemente destinata al fallimento, un principio avallato anche dalla Corte Costituzionale e da precedenti sentenze della stessa Cassazione.

Le conclusioni

La decisione finale è stata la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Al ricorrente è stata imposta la condanna al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Questo provvedimento serve da monito: l’accesso alla giustizia di legittimità deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di ricorsi palesemente infondati non solo non porta ad alcun risultato utile per il ricorrente, ma comporta anche costi significativi, sanzionando l’abuso dello strumento processuale e contribuendo a finanziare programmi di recupero sociale.

Cosa succede quando un ricorso penale in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento.

Perché il ricorrente è stato condannato anche a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
La Corte ha ravvisato ‘profili di colpa’ dovuti all’evidente inammissibilità dell’impugnazione. In questi casi, la legge prevede il versamento di una somma a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata determinata in euro tremila.

Qual era il fondamento della decisione di inammissibilità in questo caso?
La Corte ha ritenuto che le argomentazioni del ricorrente fossero manifestamente infondate e che la sentenza della Corte d’Appello fosse motivata in modo congruo e conforme alla giurisprudenza di legittimità, rendendo l’impugnazione priva di qualsiasi possibilità di accoglimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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