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Inammissibilità ricorso Cassazione: la decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un cittadino contro una sentenza della Corte d’Appello. Questa decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro. L’ordinanza sottolinea le conseguenze negative di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge, confermando la definitività della precedente sentenza.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di una Decisione Esemplare

L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla proposizione di un ricorso privo dei requisiti di legge. Comprendere i motivi e gli effetti di una declaratoria di inammissibilità ricorso Cassazione è fondamentale per chiunque si avvicini al mondo della giustizia penale. Questo provvedimento, seppur conciso, sancisce la fine del percorso giudiziario per l’imputato e comporta significative sanzioni economiche.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 14 maggio 2024. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha scelto di adire la Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, per tentare di ottenere una riforma della pronuncia a lui sfavorevole. Il procedimento è quindi giunto all’attenzione dei giudici di legittimità per la valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, riunitasi in camera di consiglio il 31 marzo 2025, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha emesso un’ordinanza dal contenuto inequivocabile. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Tale decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello precedente, ovvero alla verifica della corretta impostazione dell’atto di impugnazione. La conseguenza diretta di questa pronuncia è duplice e severa: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di euro 3.000 in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità ricorso Cassazione. Tuttavia, in ambito processuale, le cause di inammissibilità sono tassativamente previste dalla legge. Possono riguardare vizi di forma (come il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione), la carenza di interesse ad agire, o la proposizione di motivi non consentiti in sede di legittimità (ad esempio, la richiesta di una nuova valutazione dei fatti, preclusa alla Cassazione). La decisione, quindi, si fonda implicitamente sul riscontro di uno o più di questi vizi, che hanno impedito ai giudici di procedere all’esame del merito della controversia.

Le Conclusioni

La conclusione che si trae da questo provvedimento è un monito sull’importanza della tecnica e del rigore nella redazione degli atti giudiziari, specialmente in un giudizio complesso come quello dinanzi alla Corte di Cassazione. La declaratoria di inammissibilità non solo rende definitiva la sentenza impugnata, precludendo ogni ulteriore possibilità di riesame, ma aggrava anche la posizione del ricorrente con l’imposizione di sanzioni economiche. Questo caso evidenzia come l’accesso alla giustizia di ultimo grado sia subordinato al rispetto scrupoloso delle regole procedurali, la cui violazione comporta conseguenze processuali ed economiche di notevole rilievo.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva e non può più essere modificata. Inoltre, il ricorrente è condannato a pagare le spese processuali e una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
In questo caso, oltre al pagamento delle spese processuali, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Contro quale provvedimento era stato presentato il ricorso?
Il ricorso era stato proposto contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 14 maggio 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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