Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di una Recente Ordinanza
L’ordinanza in esame offre uno spunto cruciale per comprendere le severe conseguenze legate all’inammissibilità del ricorso in Cassazione. Quando un’impugnazione non soddisfa i requisiti previsti dalla legge, la Corte Suprema non entra nemmeno nel merito della questione, chiudendo di fatto il procedimento e ponendo a carico del ricorrente sanzioni economiche significative. Analizziamo questa decisione per capire meglio il suo impatto.
La Vicenda Processuale
Il caso ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 21 giugno 2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado, portando le proprie doglianze dinanzi al massimo organo della giurisdizione italiana.
Il procedimento in Cassazione è culminato con l’udienza del 5 maggio 2025, durante la quale il collegio giudicante, presieduto da un esperto magistrato e con la relazione di un altro consigliere, ha esaminato la ricevibilità dell’atto di impugnazione.
La Decisione della Corte Suprema: Focus sull’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione
L’esito del giudizio di legittimità è stato netto. La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso “inammissibile”.
Questa statuizione ha comportato due importanti conseguenze economiche per il ricorrente:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: il ricorrente è stato obbligato a farsi carico dei costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento.
2. Condanna al versamento di una somma alla Cassa delle ammende: oltre alle spese, è stata imposta una sanzione pecuniaria pari a tremila euro, da versare a favore della Cassa delle ammende, un ente destinato al miglioramento del sistema penitenziario.
Le motivazioni
Il testo dell’ordinanza è sintetico e non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, in linea generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, previste dal codice di procedura penale. Tra le più comuni vi sono:
* Vizi di forma: l’atto potrebbe non rispettare i requisiti formali richiesti dalla legge.
* Aspecificità dei motivi: i motivi di ricorso potrebbero essere generici, non indicando con precisione le violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza impugnata.
* Proposizione di questioni di fatto: il ricorso potrebbe tentare di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità, dove la Corte può giudicare solo sulla corretta applicazione del diritto.
* Tardività: il ricorso potrebbe essere stato presentato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
La decisione di inammissibilità, quindi, agisce come un filtro, impedendo che la Corte venga investita di questioni che non possono trovare ingresso nel giudizio di legittimità.
Le conclusioni
La presente ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’accesso alla Corte di Cassazione è subordinato al rigoroso rispetto di precise regole procedurali. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione non è una mera formalità, ma una sanzione processuale che rende definitiva la sentenza impugnata e comporta oneri economici rilevanti per chi ha promosso un’impugnazione senza fondamento o senza rispettare le forme prescritte. Questa decisione serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione tecnicamente ineccepibili, onde evitare una pronuncia che chiude ogni ulteriore possibilità di esame della vicenda processuale.
Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione nel caso esaminato?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Contro quale provvedimento era stato presentato il ricorso?
Il ricorso era stato presentato avverso la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 21 giugno 2024.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19778 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19778 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 05/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il 20/03/1996
avverso la sentenza del 21/06/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
n. 3674/25 Zamfir
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui all’ art. 385 cod. pen.
Esaminati i motivi di ricorso;
Ritenuto che le doglianze di cui all’unico motivo di ricorso, attinente al mancato avviso a
parti in sede di giudizio di appello circa la possibilità di sostituire la pena dete manifestamente infondato poiché prospetta enunciati ermeneutici in palese contrasto con il
dato normativo e con la consolidata giurisprudenza di legittimità;
Rilevato, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con la condanna
del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 05/05/2025