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Inammissibilità ricorso Cassazione: la decisione

La Corte di Cassazione ha esaminato un ricorso avverso una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. Con una breve ordinanza, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso in Cassazione. Questa decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, rendendo definitiva la sentenza precedente.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come si conclude un percorso giudiziario quando l’atto di impugnazione finale non supera il vaglio preliminare della Suprema Corte. Comprendere il concetto di inammissibilità del ricorso in Cassazione è fondamentale per capire perché non tutte le cause arrivano a una discussione nel merito davanti al più alto organo della giurisdizione. In questo caso, il ricorso contro una decisione della Corte d’Appello di Palermo è stato bruscamente interrotto.

Il Percorso del Ricorso: dall’Appello alla Cassazione

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 6 febbraio 2024. Sperando di ottenere una riforma della decisione, il soggetto ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. La Suprema Corte, con l’ordinanza del 31 gennaio 2025, ha posto fine al procedimento dichiarando il ricorso inammissibile.

Il Significato dell’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

Una dichiarazione di inammissibilità non entra nel merito della questione, cioè non stabilisce se il ricorrente avesse ragione o torto sui fatti contestati. Si tratta di una decisione di natura prettamente processuale. Il ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, tra cui:

* Vizi di forma: l’atto potrebbe non rispettare le rigide regole formali previste dal codice di procedura penale.
* Mancanza dei motivi specifici: il ricorso deve indicare in modo chiaro e specifico le violazioni di legge o i vizi logici della sentenza impugnata, non potendosi limitare a una generica contestazione.
* Questioni di merito: la Cassazione è giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione della sentenza precedente. Un ricorso che tenti di ottenere una nuova valutazione delle prove è destinato all’inammissibilità.
* Tardività: il ricorso è stato presentato oltre i termini di legge.

Sebbene l’ordinanza in esame non espliciti il motivo specifico, la sua conseguenza è netta: la sentenza della Corte d’Appello di Palermo diventa definitiva e non più impugnabile.

Le Conseguenze Economiche della Decisione

La declaratoria di inammissibilità comporta per il ricorrente non solo la delusione per la mancata revisione del caso, ma anche significative conseguenze economiche. L’ordinanza prevede infatti una duplice condanna.

Condanna alle Spese Processuali

Come in ogni giudizio, la parte soccombente è tenuta a pagare le spese del procedimento. Con la dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è considerato la parte che ha perso e deve quindi farsi carico dei costi legali sostenuti dallo Stato per quella fase processuale.

Versamento alla Cassa delle Ammende

Oltre alle spese, il ricorrente è stato condannato al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria ha una duplice funzione: da un lato, serve a finanziare un fondo statale destinato al miglioramento del sistema penitenziario e a progetti di reinserimento sociale dei condannati; dall’altro, agisce come deterrente contro la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il lavoro della Suprema Corte.

Le Motivazioni

Le motivazioni dell’ordinanza sono estremamente sintetiche, come spesso accade nelle pronunce di inammissibilità. La Corte, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere, si limita a dichiarare l’inammissibilità del ricorso. Questa formula concisa presuppone che i motivi dell’inammissibilità fossero evidenti dagli atti e non necessitassero di una complessa argomentazione. La motivazione risiede quindi nella constatazione della mancanza di uno dei requisiti procedurali essenziali per l’accesso al giudizio di legittimità.

Le Conclusioni

In conclusione, questa ordinanza ribadisce il ruolo della Corte di Cassazione come giudice della legalità e non come un terzo grado di merito. La declaratoria di inammissibilità e la conseguente condanna economica sottolineano la necessità di presentare ricorsi fondati e formalmente impeccabili. Per i cittadini, ciò significa che l’accesso alla Suprema Corte è un’opzione da percorrere solo in presenza di reali violazioni di legge, e non come un tentativo generico di ribaltare una decisione sfavorevole.

Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso è condannata al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro (tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

Cos’è la Cassa delle ammende e a cosa servono i fondi?
È un fondo statale che raccoglie le somme derivanti da sanzioni pecuniarie come quella disposta in questa ordinanza. I fondi vengono utilizzati per finanziare programmi di reinserimento per i detenuti e per migliorare le strutture penitenziarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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