Inammissibilità ricorso Cassazione: Conseguenze e Analisi
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso che non supera il vaglio di ammissibilità. Comprendere i motivi e gli esiti di una pronuncia di inammissibilità ricorso Cassazione è fondamentale per chiunque si avvicini al sistema giudiziario, poiché evidenzia la rigorosità e le regole precise che governano il giudizio di legittimità.
I Fatti del Caso
Il provvedimento in esame è estremamente sintetico e non entra nel merito dei fatti specifici che hanno condotto alla condanna iniziale. L’oggetto della decisione è un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina in data 19 giugno 2024. L’obiettivo del ricorrente era, presumibilmente, ottenere l’annullamento o la riforma di tale sentenza, portando le proprie ragioni davanti alla Suprema Corte.
Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. La Corte di Cassazione, senza scendere nell’analisi del contenuto delle doglianze, ha fermato il processo sul nascere, dichiarando il ricorso inammissibile.
La Decisione della Corte e l’Inammissibilità Ricorso Cassazione
La Corte Suprema ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione non significa che la Corte abbia dato ragione o torto all’imputato nel merito della questione, ma semplicemente che il ricorso non possedeva i requisiti di forma o di sostanza necessari per essere giudicato.
Le conseguenze di tale pronuncia sono state immediate e onerose per il ricorrente:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: i costi relativi al procedimento in Cassazione sono stati posti a suo carico.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: è stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorsi inammissibili.
Le Motivazioni
L’ordinanza non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità, una prassi comune per le decisioni della settima sezione penale, spesso definita ‘sezione filtro’. In generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per svariati motivi, tra cui:
* Vizi di forma: mancato rispetto dei termini per la presentazione, assenza di elementi essenziali nell’atto, carenza della procura speciale al difensore.
* Motivi non consentiti: quando il ricorso, anziché denunciare una violazione di legge (l’unico sindacato ammesso in Cassazione), tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti, come se si trattasse di un terzo grado di merito.
* Manifesta infondatezza: quando i motivi addotti appaiono palesemente privi di qualsiasi fondamento giuridico.
La decisione di dichiarare l’inammissibilità, dunque, agisce come un filtro per evitare che la Corte venga oberata da impugnazioni dilatorie o non conformi alla legge.
Le Conclusioni
Questa pronuncia ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un rimedio straordinario volto a garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle norme processuali. La declaratoria di inammissibilità del ricorso in Cassazione comporta la definitività della sentenza impugnata e sanzioni economiche per il ricorrente, a monito dell’importanza di adire la Suprema Corte solo per questioni di legittimità serie e fondate.
Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito delle questioni sollevate, ma ha respinto il ricorso perché privo dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere giudicato.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, il ricorrente è condannato a pagare le spese del procedimento e a versare una somma di denaro, in questo caso tremila euro, alla Cassa delle ammende.
La dichiarazione di inammissibilità influisce sulla sentenza della Corte d’Appello?
Sì, indirettamente. Non entrando nel merito, la Cassazione non annulla né modifica la sentenza impugnata. Di conseguenza, la decisione della Corte d’Appello diventa definitiva e irrevocabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18299 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18299 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOMECUI 03AN7AQ) nato a MESSINA il 26/05/1967
avverso la sentenza del 19/06/2024 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 29185/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per i reati previsti dagli artt. 341 bi cod. pen.);
Esaminati i motivi di ricorso, relativo alla mancata assunzione di una perizia colta ad accer la capacità di intendere e volere dell’imputato al momento dei fatti, al giudizio di responsa
per i fatti di cui agli artt. 341 bis cod. pen., alla determinazione della pena;
Ritenuti i motivi inammissibili perché, da una parte, meramente riproduttivi di censure adeguatamente valutate dai Giudici di merito, e, dall’altra, quanto al terzo moti
manifestamente infondato, non essendo nemmeno chiaro quale sia l’interesse ad impugnare essendo state le circostanze attenuanti generiche riconosciute nella loro massima estensione e
non essendo stato fatto alcun riferimento alla recidiva;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 10 gennaio 2025.