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Inammissibilità ricorso Cassazione: la decisione

Un’ordinanza della Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione conferma la sentenza impugnata a causa di vizi che hanno impedito un esame nel merito. La parola chiave è inammissibilità ricorso Cassazione.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso Cassazione: Quando la Giustizia dice Stop

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di inammissibilità del ricorso in Cassazione, un esito tutt’altro che raro nei procedimenti giudiziari. Con una decisione concisa ma perentoria, la Suprema Corte ha messo la parola fine a una vicenda processuale, confermando la decisione di secondo grado e addebitando al ricorrente non solo le spese del giudizio, ma anche un’ulteriore sanzione pecuniaria. Questo caso ci permette di approfondire il significato e le pesanti conseguenze di un ricorso giudicato inammissibile.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Catania con una sentenza emessa il 18 settembre 2024, decideva di presentare ricorso per Cassazione. Questo è l’ultimo grado di giudizio di legittimità nel nostro ordinamento, dove la Corte non riesamina i fatti, ma valuta se la legge sia stata applicata correttamente dai giudici dei gradi precedenti. L’udienza per la discussione del ricorso è stata fissata per il 5 maggio 2025.

La Decisione della Suprema Corte

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Presidente, ha emesso un’ordinanza che ha tagliato corto ogni ulteriore discussione. Il ricorso è stato dichiarato “inammissibile”. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

L’Inammissibilità del ricorso in Cassazione: Cosa Significa?

Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando manca di uno dei requisiti fondamentali previsti dalla legge per poter essere esaminato nel merito. Le cause possono essere molteplici e riguardare sia aspetti formali che sostanziali. Ad esempio:

* Vizi di forma: Il ricorso potrebbe essere stato presentato oltre i termini di legge, senza il patrocinio di un avvocato abilitato o privo degli elementi essenziali richiesti dal codice di procedura.
* Motivi non consentiti: Spesso, i ricorsi vengono rigettati perché, invece di denunciare una violazione di legge (l’unico compito della Cassazione), tentano di ottenere un nuovo giudizio sui fatti, chiedendo alla Corte una diversa valutazione delle prove, attività che non le compete.
* Manifesta infondatezza: I motivi addotti sono talmente privi di pregio giuridico da non meritare neppure una trattazione approfondita.

Quando la Corte rileva una di queste cause, non entra nel cuore della questione, ma si ferma a questa valutazione preliminare, chiudendo il processo.

Le pesanti conseguenze dell’inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione non è priva di conseguenze. Anzi, esse sono particolarmente gravose per il ricorrente.

1. Definitività della condanna: La sentenza impugnata diventa irrevocabile. Ciò significa che la condanna stabilita dalla Corte d’Appello diventa definitiva ed esecutiva.
2. Condanna alle spese: Il ricorrente deve farsi carico di tutte le spese relative al giudizio di Cassazione.
3. Sanzione pecuniaria: La legge prevede che, in caso di inammissibilità, il ricorrente sia condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende. Nel caso di specie, l’importo è stato fissato in 3.000 euro, una cifra significativa che funge da deterrente contro la presentazione di ricorsi temerari o dilatori.

Le motivazioni

La motivazione dell’ordinanza è implicita nella sua stessa natura. Il provvedimento non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche di inammissibilità perché, con ogni probabilità, queste erano talmente evidenti da non richiedere un’articolata spiegazione. In questi casi, la Corte utilizza una formula standard per liquidare il ricorso, ritenendo i motivi proposti non conformi ai canoni del giudizio di legittimità o palesemente infondati. La decisione si fonda quindi sull’applicazione diretta delle norme procedurali che disciplinano l’accesso al giudizio di Cassazione, sanzionando il mancato rispetto dei requisiti imposti dal legislatore.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un rigoroso controllo di legittimità. La dichiarazione di inammissibilità non è una mera formalità, ma una decisione che rende definitiva la condanna e comporta severe conseguenze economiche. Serve da monito sull’importanza di presentare ricorsi solidamente fondati su reali violazioni di legge, evitando impugnazioni basate su speranze infondate che possono solo aggravare la posizione del condannato.

Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito perché presenta vizi formali o sostanziali. Di conseguenza, la sentenza del grado precedente diventa definitiva e non può più essere impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali del giudizio di Cassazione e, inoltre, al versamento di una somma di denaro, a titolo di sanzione, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma era di 3.000 euro.

La decisione di inammissibilità della Cassazione è definitiva?
Sì, la dichiarazione di inammissibilità da parte della Corte di Cassazione è un provvedimento definitivo che conclude il procedimento giudiziario. Non sono previsti ulteriori gradi di impugnazione ordinaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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