Inammissibilità Ricorso: Quando la Cassazione Chiude la Porta
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre uno spunto cruciale per comprendere il concetto di inammissibilità ricorso e le sue severe conseguenze. Questo provvedimento, pur nella sua sinteticità, illustra perfettamente come il percorso giudiziario abbia delle regole precise, la cui violazione può precludere l’esame nel merito di una questione e comportare sanzioni economiche. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni pratiche.
Il Contesto del Caso: un Appello Respinto
La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma il 9 settembre 2024. Il ricorrente, sperando di ottenere una revisione della decisione di secondo grado, ha adito la Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato.
Il collegio, presieduto dal Dott. Capozzi e con relatore il Consigliere Silvestri, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione, ha concluso il procedimento con una declaratoria di inammissibilità.
La Decisione della Suprema Corte e l’Inammissibilità Ricorso
La Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione, ovvero non ha stabilito se il ricorrente avesse ragione o torto sui fatti contestati. Si è fermata prima, dichiarando il ricorso ‘inammissibile’. Questo significa che l’atto presentato non possedeva i requisiti minimi, formali o sostanziali, previsti dalla legge per poter essere giudicato dalla Corte.
Le conseguenze di questa decisione sono state immediate e tangibili per il ricorrente:
1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a pagare tutti i costi legati al procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Sanzione pecuniaria: Oltre alle spese, è stato condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un fondo destinato a finanziare progetti di recupero per i detenuti.
Le motivazioni
Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio specifico dei motivi di inammissibilità, possiamo dedurre che l’istituto risponde alla necessità di garantire l’efficienza del sistema giudiziario e la funzione nomofilattica della Cassazione. La Corte Suprema non è un terzo grado di giudizio dove si riesaminano i fatti, ma un organo che assicura la corretta applicazione e interpretazione della legge. Un ricorso è inammissibile quando, ad esempio, presenta motivi generici, non consentiti dalla legge, o quando cerca di ottenere una nuova valutazione delle prove, compito che spetta ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La condanna a una sanzione pecuniaria serve a disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente la giustizia.
Le conclusioni
Questa ordinanza è un monito fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un percorso rigoroso e non una formalità. La dichiarazione di inammissibilità ricorso non è un evento raro e comporta conseguenze economiche significative per chi lo propone senza un’attenta valutazione dei presupposti legali. Prima di intraprendere un’azione legale a questo livello, è indispensabile una profonda analisi da parte di un legale esperto per verificare la sussistenza dei motivi specifici che la legge richiede per l’accesso al giudizio di legittimità, evitando così esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito dalla Corte perché manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La Corte non decide se la parte ha ragione o torto, ma semplicemente respinge l’atto perché non può essere giudicato.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
La parte il cui ricorso è dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, al versamento di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) alla Cassa delle ammende.
Quale organo ha emesso la decisione in questo caso?
La decisione è stata emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione, che è il massimo organo giurisdizionale in Italia.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29798 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29798 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ROMA il 19/12/1996
avverso la sentenza del 09/09/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
omettere le generalità e gli altri dati identificattvi, a norma dell’art. 52 d.lgs. 196/03 in quanto .
O
disposto d’ufficio
O
a
richiesta di parte
imposto dalla legge
R
R.G. n. 2375/2025
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata, (condanna per il reato di cui all’art. 572 cod. p
Esaminato il motivo di ricorso, relativo al giudizio di responsabilità, alla valutazion dichiarazioni della persona offesa e, in generale, delle risultanze probatorie;
Ritenuto il motivo inammissibile perché, da una parte, volto a sollecitare una dive valutazione delle prove e, sostanzialmente, una diversa ricostruzione dei fatti e, dall’altra, p
generico rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale obiettivamente non c confronta (cfr. pag. 4 e ss.);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 14 aprile 2025.