Inammissibilità Ricorso: Le Conseguenze di un Appello Infondato
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un appello privo dei requisiti di legge. Comprendere il concetto di inammissibilità ricorso è fondamentale per chiunque affronti un procedimento giudiziario, poiché un esito di questo tipo non solo preclude l’esame nel merito della questione, ma comporta anche significative sanzioni economiche.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il caso è stato assegnato alla settima sezione penale, che ha il compito di esaminare in via preliminare la sussistenza dei presupposti per la trattazione del ricorso.
La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso
Con una sintetica ma perentoria ordinanza, la Corte di Cassazione ha stroncato le speranze del ricorrente. Il collegio, presieduto dal Presidente Giovanni Liberati e con relatore il Consigliere Giuseppe Noviello, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso.
Questa decisione ha due conseguenze dirette e gravose per il proponente:
1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a sostenere tutti i costi relativi a questa fase del giudizio.
2. Sanzione pecuniaria: È stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Questa sanzione non ha natura risarcitoria, ma punitiva, e serve a disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame è estremamente concisa e non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Questo è tipico delle decisioni della settima sezione penale, che spesso si limitano a constatare la mancanza dei presupposti di legge per un valido ricorso. Le cause di inammissibilità possono essere molteplici: la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (art. 606 c.p.p.), la genericità delle censure o la proposizione di questioni di mero fatto, non valutabili in sede di legittimità. La decisione di dichiarare l’inammissibilità del ricorso implica che, a un esame preliminare, l’atto è stato ritenuto talmente carente da non meritare nemmeno una discussione nel merito.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La pronuncia analizzata ribadisce un principio cruciale del diritto processuale: l’accesso alla giustizia, e in particolare al giudizio di Cassazione, è subordinato al rispetto di regole formali e sostanziali rigorose. Un ricorso non può essere un tentativo generico di rimettere in discussione l’intera vicenda, ma deve basarsi su vizi specifici della decisione impugnata. La declaratoria di inammissibilità rende definitiva la sentenza della Corte d’Appello e aggiunge un carico economico non indifferente per il ricorrente. Questo provvedimento funge da monito sull’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere l’ultimo grado di giudizio, per evitare di incorrere in costi e sanzioni che si aggiungono alla condanna già subita.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non esamina il contenuto e le ragioni dell’appello perché l’atto stesso manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per poter essere giudicato.
Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.
La decisione di inammissibilità entra nel merito della sentenza precedente?
No, la Corte non valuta se la sentenza impugnata fosse giusta o sbagliata. La declaratoria di inammissibilità è una decisione puramente processuale che impedisce ogni valutazione sul merito della questione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28381 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28381 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 04/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a TROPEA il 16/06/1968
avverso la sentenza del 05/02/2025 della CORTE APPELLO di CATANZARO
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME NOME è inammissibile.
Si contesta il vizio di motivazione e di violazione di legge in ordine agli
129 e 192 cod. proc. pen. e alla omessa motivazione sugli elementi di prova.
La sentenza della Corte di appello è stata, però, emessa ex art. 599-bis co proc. pen. e la parte ha rinunciato a tutti i motivi di appello, ad eccezi
quelli sulla pena, su cui ha raggiunto l’accordo con il Procuratore generale.
Il ricorso è quindi inammissibile perché proposto al di fuori dei ca consentiti dalla legge. Secondo il costante orientamento della giurisprudenza,
rinuncia dell’imputato ai motivi di appello in funzione dell’accordo sulla pena art. 599-bis cod. proc. pen., limita la cognizione del giudice di secondo grado
ha ad oggetto solo i motivi non oggetto di rinuncia e produce effetti preclusi anche sulle questioni rilevabili d’ufficio, sull’intero svolgimento processuale
compreso il giudizio di legittimità, analogamente a quanto avviene nella rinunci all’impugnazione.
Pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condann del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di eur
tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento dell spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa dell Ammende.
Così deciso il 4.7.2025