LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso Cassazione: la decisione

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A seguito della decisione di inammissibilità del ricorso in Cassazione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza della Corte di Cassazione che dichiara l’inammissibilità di un ricorso è un atto cruciale nel panorama giudiziario. Non entra nel merito della vicenda, ma la conclude definitivamente per motivi procedurali. Analizziamo un caso concreto per capire cosa significa e quali sono le conseguenze per il cittadino.

Il Caso in Esame: un Appello Bloccato in Partenza

La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un cittadino avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari nel marzo 2024. Il ricorrente, sperando di ottenere una riforma della decisione a lui sfavorevole, ha adito l’ultimo grado di giudizio. Tuttavia, il suo percorso legale si è interrotto bruscamente.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con una sintetica ordinanza, ha posto fine al procedimento. I giudici supremi hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione implica che la Corte non ha nemmeno iniziato a valutare se i motivi del ricorso fossero fondati o meno. La pronuncia è stata di natura puramente processuale.

Oltre alla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali, ovvero i costi relativi al procedimento in Cassazione.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista per chi impegna la giustizia con un ricorso che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità.

Le Motivazioni

L’ordinanza in esame è molto concisa e non esplicita i motivi specifici che hanno portato alla decisione di inammissibilità. Tuttavia, in via generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, tutte riconducibili a vizi procedurali. Tra le cause più comuni vi sono:

* Mancanza dei motivi specifici: il ricorso non indica in modo chiaro e preciso quali norme di legge si ritengono violate o quali vizi logici affliggono la sentenza impugnata.
* Proposizione fuori termine: l’atto viene depositato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Motivi non consentiti: il ricorrente cerca di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non alla Suprema Corte, che è giudice di legittimità.
* Vizi formali: l’atto di ricorso non rispetta i requisiti di forma prescritti dal codice di procedura penale.

Quando uno di questi ostacoli si presenta, la Corte si ferma a una valutazione preliminare, chiudendo il caso con una pronuncia di inammissibilità.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. In primo luogo, con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari diventa definitiva e irrevocabile. Ciò significa che la decisione di secondo grado non può più essere contestata e deve essere eseguita.

In secondo luogo, il ricorrente subisce un pregiudizio economico, essendo tenuto non solo a pagare le spese del procedimento ma anche una sanzione aggiuntiva. Questa sanzione ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono inutilmente il lavoro della Suprema Corte. Il caso evidenzia l’importanza fondamentale di una corretta impostazione processuale del ricorso per Cassazione, un atto che richiede un’elevata specializzazione tecnica per superare il rigido filtro di ammissibilità.

Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per essere giudicato. La richiesta viene respinta in via preliminare, senza analizzare se le ragioni dell’appellante fossero giuste o sbagliate.

Quali sono le conseguenze per chi propone un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha proposto il ricorso è condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di tremila euro, a favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza contro cui aveva fatto ricorso diventa definitiva e non più impugnabile.

L’ordinanza specifica perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
No, il testo dell’ordinanza si limita a dichiarare l’inammissibilità e a stabilire le condanne accessorie al pagamento delle spese e della sanzione. Non esplicita le motivazioni specifiche che hanno portato a tale decisione, come spesso accade in questo tipo di provvedimenti sommari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati