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Inammissibilità ricorso Cassazione: la decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. La decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, confermando l’importanza dei requisiti formali per l’accesso al giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’accesso alla Corte di Cassazione, massimo organo della giustizia italiana, è regolato da norme procedurali molto rigorose. Non tutti i ricorsi vengono esaminati nel merito; molti, infatti, si arenano di fronte a un provvedimento di inammissibilità. Una recente ordinanza della Settima Sezione Penale ci offre l’occasione per approfondire il tema dell’inammissibilità ricorso cassazione e le sue dirette conseguenze per il ricorrente.

I Fatti del Caso Processuale

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 29 gennaio 2025. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di impugnarla, portando la questione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione per ottenere un riesame della legittimità del provvedimento.

Il procedimento è giunto all’udienza del 13 maggio 2025, durante la quale la Corte, dopo aver sentito la relazione del Consigliere designato e aver dato avviso alle parti, ha deliberato sulla sorte del ricorso.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

L’esito del giudizio di legittimità è stato netto e perentorio: la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente, puramente procedurale. In sostanza, i giudici hanno stabilito che il ricorso non possedeva i requisiti minimi per poter essere esaminato.

Le conseguenze di tale pronuncia sono state immediate e gravose per il ricorrente:

1. Condanna alle spese processuali: L’imputato è stato obbligato a pagare tutti i costi relativi al giudizio in Cassazione.
2. Sanzione pecuniaria: È stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista dalla legge per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle forme prescritte.

Le Motivazioni dietro l’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

L’ordinanza in esame, come spesso accade per questo tipo di provvedimenti, non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, possiamo delineare le cause più comuni che portano a una simile declaratoria. Generalmente, un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile quando:

* I motivi sono generici: L’atto di ricorso non specifica in modo chiaro e puntuale quali norme di legge sarebbero state violate o applicate in modo errato nella sentenza impugnata.
* Si contesta il merito: Il ricorrente cerca di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti e delle prove (ad esempio, chiedendo di riconsiderare la credibilità di un testimone), compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Cassazione, infatti, è giudice di legittimità, non di merito.
* Mancano i requisiti formali: L’atto potrebbe essere stato presentato fuori termine o da un difensore non abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.

La decisione di inammissibilità, quindi, funge da filtro per garantire che alla Corte di Cassazione giungano solo questioni di diritto di reale importanza, evitando di congestionare l’organo supremo con impugnazioni pretestuose o mal formulate.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

Le implicazioni pratiche di un’ordinanza di inammissibilità sono definitive. In primo luogo, la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello di Roma) diventa irrevocabile e definitiva. Ciò significa che la condanna o l’assoluzione contenuta in essa non può più essere messa in discussione e deve essere eseguita. In secondo luogo, il ricorrente subisce un pregiudizio economico, dovendo farsi carico non solo delle spese del giudizio ma anche della sanzione pecuniaria aggiuntiva. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale di affidarsi a un legale esperto per la redazione di un ricorso in Cassazione, un atto che richiede un’elevata specializzazione tecnica e una profonda conoscenza delle regole procedurali per evitare una pronuncia di inammissibilità ricorso cassazione.

Cosa significa che un ricorso in Cassazione è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. La decisione impugnata diventa quindi definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Sulla base di questa ordinanza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali sostenute per il giudizio in Cassazione e al versamento di una somma, in questo caso fissata in tremila euro, alla Cassa delle ammende.

La dichiarazione di inammissibilità significa che la Corte ha confermato la colpevolezza dell’imputato?
No. La Corte non si è espressa sulla colpevolezza o innocenza. La decisione di inammissibilità è puramente procedurale e impedisce alla Corte di valutare le ragioni di merito del ricorso, rendendo semplicemente definitiva la decisione del giudice precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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