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Inammissibilità ricorso Cassazione: la decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un cittadino contro una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Conseguenze e Costi

L’inammissibilità del ricorso in Cassazione rappresenta una delle sanzioni processuali più severe, che impedisce alla Suprema Corte di esaminare nel merito le censure mosse a una sentenza di grado inferiore. Un’ordinanza recente ci offre uno spunto chiaro per comprendere le conseguenze pratiche di questa decisione, che non si limitano alla sola conferma della precedente condanna, ma comportano anche significative sanzioni economiche a carico del ricorrente.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di adire la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, per far valere le proprie ragioni.

La Decisione della Corte sull’Inammissibilità del Ricorso Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 17 giugno 2025, ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. I giudici supremi, dopo aver esaminato gli atti, hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Tale declaratoria ha comportato due conseguenze economiche dirette per l’individuo:

1. La condanna al pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato.
2. La condanna al versamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza, per sua natura, è sintetica e non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato a ritenere il ricorso inammissibile. Tuttavia, la declaratoria di inammissibilità del ricorso in Cassazione scatta quando l’atto di impugnazione manca dei requisiti essenziali previsti dalla legge. Questi possono includere motivi non consentiti, come la richiesta di una nuova valutazione dei fatti (che è preclusa in sede di legittimità), vizi formali nella presentazione, o la manifesta infondatezza delle censure proposte.

La Corte ha ritenuto che il ricorso dovesse essere dichiarato inammissibile e, di conseguenza, ha applicato le sanzioni previste. Questa decisione rende definitiva la sentenza emessa dalla Corte d’Appello, chiudendo ogni ulteriore possibilità di riesame.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La decisione analizzata sottolinea un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, e in particolare al giudizio di Cassazione, deve essere esercitato nel rispetto delle regole procedurali. Un ricorso proposto senza solide basi giuridiche o al di fuori dei limiti stabiliti dal codice di procedura penale non solo non verrà esaminato nel merito, ma esporrà il ricorrente a costi significativi. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende serve da deterrente contro impugnazioni dilatorie o palesemente infondate, garantendo che la Suprema Corte possa concentrarsi sui casi che sollevano questioni di diritto meritevoli di approfondimento.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Chi deve pagare le spese del processo in caso di inammissibilità?
Le spese processuali sono a carico del ricorrente, ovvero della parte che ha presentato il ricorso poi dichiarato inammissibile. Questo principio si applica per ristorare lo Stato dei costi sostenuti per un procedimento giudiziario che non aveva i presupposti per essere celebrato.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria e a chi viene versata?
Nel caso specifico, la sanzione pecuniaria è di tremila euro. Tale somma deve essere versata in favore della Cassa delle ammende, un ente pubblico che utilizza questi fondi per finanziare progetti di reinserimento sociale per i detenuti e per migliorare le infrastrutture carcerarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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