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Inammissibilità ricorso Cassazione: la decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A seguito della decisione di inammissibilità ricorso Cassazione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare della Suprema Corte. Comprendere i motivi e gli effetti di una dichiarazione di inammissibilità ricorso Cassazione è fondamentale per chiunque si avvicini al mondo della giustizia penale, poiché evidenzia il rigore formale che caratterizza il giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato da un cittadino avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 12 giugno 2024. L’imputato, cercando di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, ha adito la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per la discussione.

La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità Ricorso Cassazione

Con una decisione sintetica ma perentoria, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa pronuncia non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello precedente, puramente procedurale. La dichiarazione di inammissibilità agisce come un filtro, impedendo alla Corte di esaminare le ragioni sostanziali dell’impugnazione.

Le conseguenze di tale decisione sono state immediate e gravose per il ricorrente. La Corte, infatti, lo ha condannato a due pagamenti distinti:
1. Il pagamento delle spese processuali sostenute.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa sanzione pecuniaria non ha natura risarcitoria, ma punitiva e dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle regole procedurali.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo dedurre che il ricorso fosse affetto da vizi che ne hanno precluso l’esame. In generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, come la mancanza di motivi specifici, la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in sede di legittimità), o il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione.

La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria si fonda sul principio che chi attiva inutilmente il complesso meccanismo della giustizia, presentando un’impugnazione che non ha i requisiti minimi per essere esaminata, deve farsi carico delle conseguenze economiche. La Cassa delle ammende, beneficiaria della sanzione, utilizza questi fondi per finanziare progetti di riabilitazione, chiudendo un cerchio virtuoso all’interno del sistema penale.

Le Conclusioni

La decisione analizzata ribadisce un principio cardine del processo penale: il ricorso per Cassazione è un rimedio straordinario, soggetto a requisiti di ammissibilità estremamente rigorosi. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione non è un mero tecnicismo, ma una barriera posta a tutela della funzione nomofilattica della Suprema Corte, che deve concentrarsi su questioni di diritto di rilevante importanza. Per i cittadini e i loro difensori, questa ordinanza rappresenta un monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione solidi, ben motivati e pienamente conformi alle prescrizioni del codice di procedura penale, al fine di evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche significative conseguenze economiche.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende.

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è sempre prevista in caso di inammissibilità?
Sì, la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende è una conseguenza tipica e prevista dalla legge quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, per sanzionare l’abuso dello strumento processuale.

Una dichiarazione di inammissibilità significa che la sentenza impugnata è stata confermata nel merito dalla Cassazione?
No. La dichiarazione di inammissibilità è una decisione puramente processuale. Significa che il ricorso non poteva essere esaminato per vizi formali o di contenuto. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva, ma non perché la Cassazione ne abbia confermato la correttezza nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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