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Inammissibilità ricorso Cassazione: la decisione

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha esaminato un ricorso avverso una sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro. L’esito è stato una declaratoria di inammissibilità del ricorso in Cassazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando la definitività della pronuncia di secondo grado.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’accesso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma è subordinato a regole procedurali molto stringenti. Comprendere le cause che portano a una declaratoria di inammissibilità del ricorso in Cassazione è fondamentale per ogni operatore del diritto e per chiunque sia coinvolto in un procedimento penale. L’ordinanza che analizziamo oggi offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso che non supera il vaglio preliminare della Suprema Corte.

I Fatti alla Base del Ricorso

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro in data 20 gennaio 2025. Non conoscendo i dettagli del merito della vicenda, la nostra analisi si concentra esclusivamente sugli aspetti procedurali che hanno caratterizzato il giudizio di legittimità dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’imputato, cercando di ottenere una revisione della decisione di secondo grado, ha proposto ricorso, portando la questione all’attenzione dei giudici della Settima Sezione Penale della Suprema Corte.

La Decisione della Corte: Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, riunita in camera di consiglio in data 6 giugno 2025, dopo aver sentito la relazione del Consigliere designato, ha emesso un’ordinanza con cui ha risolto la questione in via preliminare. Il dispositivo della decisione è netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Questa statuizione impedisce alla Corte di entrare nel merito delle doglianze sollevate dal ricorrente. La sentenza della Corte d’Appello, pertanto, non è stata né confermata né annullata nel suo contenuto, ma è semplicemente diventata definitiva a causa della chiusura anticipata del processo in sede di legittimità.

Le Conseguenze Economiche della Declaratoria

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze per il ricorrente. La Corte, come da prassi consolidata, ha condannato l’imputato a sostenere due tipi di oneri economici:

1. Pagamento delle spese processuali: i costi relativi al procedimento svoltosi dinanzi alla Cassazione.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: in questo caso, l’importo è stato fissato in tremila euro. Questa sanzione pecuniaria ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, possiamo dedurre il contesto. La Settima Sezione Penale della Cassazione è specificamente deputata a gestire i ricorsi che, a una prima analisi, appaiono manifestamente infondati o privi dei requisiti di legge. Le cause di inammissibilità del ricorso in Cassazione sono molteplici e includono, ad esempio, la presentazione di motivi non consentiti dalla legge (come la richiesta di una nuova valutazione dei fatti), l’aspecificità delle censure o la tardività dell’impugnazione. La decisione della Corte suggerisce che il ricorso proposto mancasse di uno o più di questi requisiti essenziali, tanto da non meritare una trattazione approfondita nel merito.

Conclusioni

Questo provvedimento ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un rimedio straordinario volto a verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. La declaratoria di inammissibilità, con le relative conseguenze sanzionatorie, serve a preservare la funzione nomofilattica della Suprema Corte, evitando che venga oberata da impugnazioni non meritevoli di esame. Per le parti, ciò sottolinea l’importanza cruciale di affidarsi a una difesa tecnica specializzata, in grado di redigere un ricorso che rispetti rigorosamente i canoni formali e sostanziali previsti dal codice di procedura penale, al fine di evitare una pronuncia che, oltre a rendere definitiva la condanna, comporta un ulteriore aggravio economico.

Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate perché l’atto di impugnazione non rispetta i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, il ricorso viene respinto in via preliminare.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso fissata a 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

La declaratoria di inammissibilità rende definitiva la sentenza impugnata?
Sì. Poiché il ricorso non viene esaminato nel merito, la sentenza emessa dal giudice del grado precedente (in questo caso, la Corte d’Appello) passa in giudicato, diventando definitiva ed esecutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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