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Inammissibilità ricorso Cassazione: la decisione

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. La decisione sottolinea come i motivi di appello basati sul riesame del merito non siano ammessi in sede di legittimità. A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il proponente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 Euro.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un gravame privo dei requisiti di legge. Il concetto di inammissibilità ricorso è cruciale nel nostro ordinamento, poiché delimita l’accesso al giudizio di legittimità, evitando che la Suprema Corte diventi un terzo grado di merito. Questo provvedimento ribadisce principi consolidati e le sanzioni economiche previste per chi tenta di superare tali limiti.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma. L’imputato, cercando di ribaltare la decisione sfavorevole del secondo grado di giudizio, ha adito la Corte di Cassazione. Il collegio, presieduto dal Dott. Giorgio Fidelbo e con relatrice la Dott.ssa Federica Tondin, ha esaminato il ricorso in udienza, dopo aver dato avviso alle parti coinvolte.

La Decisione della Suprema Corte: L’Inammissibilità del Ricorso

L’esito del giudizio di legittimità è stato netto: la Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione implica che i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si sono fermati a una valutazione preliminare. Hanno riscontrato che i motivi addotti non erano idonei a superare il cosiddetto ‘filtro’ di ammissibilità, un controllo che verifica se il ricorso sollevi questioni di diritto o tenti, invece, di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni, sebbene sintetiche nel testo dell’ordinanza, sono estremamente chiare. La Corte ha rilevato che le censure mosse alla sentenza di secondo grado erano “di merito non censurabile in questa sede”. In altre parole, il ricorrente non ha lamentato una violazione di legge o un vizio di motivazione nei termini consentiti, ma ha richiesto ai giudici di legittimità di riesaminare e reinterpretare i fatti del processo, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Cassazione, infatti, è un giudice della legittimità, non del fatto. Di fronte a un’istanza di questo tipo, l’unica conseguenza possibile è la declaratoria di inammissibilità. A ciò, come diretta conseguenza normativa, si aggiungono le statuizioni previste dall’articolo 616 del Codice di Procedura Penale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Le conclusioni tratte dalla Corte sono severe ma conformi alla legge. L’inammissibilità del ricorso comporta automaticamente due sanzioni per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato e il versamento di una somma di denaro, in questo caso quantificata in tremila Euro, in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: adire la Corte di Cassazione richiede un’attenta formulazione dei motivi, che devono concentrarsi su vizi di legittimità e non su una sterile riproposizione di argomentazioni fattuali già vagliate nei precedenti gradi di giudizio. La sanzione pecuniaria ha una duplice funzione: deflattiva, per scoraggiare ricorsi palesemente infondati, e solidaristica, finanziando progetti di reinserimento sociale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato a pagare sia le spese del procedimento sia una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del Codice di Procedura Penale. Nel caso specifico, la sanzione è stata fissata in 3.000 Euro.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i motivi presentati riguardavano il merito della vicenda, ovvero una rivalutazione dei fatti, che non è consentita in sede di Cassazione. La Suprema Corte può giudicare solo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non sui fatti stessi.

Chi è tenuto a pagare la sanzione pecuniaria?
La sanzione pecuniaria, insieme alle spese processuali, è a carico del soggetto che ha proposto il ricorso (il ricorrente) e che ha visto la sua impugnazione dichiarata inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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