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Inammissibilità ricorso Cassazione: la condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello di Perugia. A seguito della decisione di inammissibilità del ricorso, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, confermando la decisione precedente.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Analisi di una Decisione della Cassazione

L’esito di un procedimento legale non si conclude sempre con una discussione nel merito delle questioni sollevate. A volte, un’impugnazione può essere fermata prima ancora di essere esaminata: è il caso dell’inammissibilità ricorso, una decisione che ha conseguenze significative per chi la subisce. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa eventualità.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Perugia in data 12 febbraio 2024. L’appellante ha cercato di ottenere una revisione della decisione di secondo grado portando il caso all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, nella sua udienza del 21 febbraio 2025, ha esaminato il ricorso proposto. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato dal ricorrente. Con una sintetica ordinanza, i giudici hanno dichiarato l’inammissibilità ricorso. Questa decisione implica che la Corte non è entrata nel merito delle argomentazioni difensive, ma ha ritenuto che l’atto di impugnazione mancasse dei presupposti necessari per essere esaminato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: il Principio dell’Inammissibilità Ricorso

La Corte ha basato la sua decisione su una valutazione preliminare dell’atto. Sebbene l’ordinanza non entri in dettagli specifici, fa riferimento alla “personalità negativa del reo” come uno degli elementi considerati. In termini procedurali, un ricorso viene dichiarato inammissibile quando presenta vizi che ne impediscono l’esame nel merito. Questi possono includere il mancato rispetto dei termini, la genericità dei motivi, la proposizione di censure non consentite in sede di legittimità o la manifesta infondatezza delle stesse. La declaratoria di inammissibilità del ricorso blocca il processo di revisione, rendendo definitiva la sentenza impugnata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Le conseguenze pratiche di una declaratoria di inammissibilità sono severe. In primo luogo, la sentenza impugnata passa in giudicato, diventando definitiva e non più contestabile. In secondo luogo, come stabilito nel caso di specie, il ricorrente è tenuto a sostenere i costi del procedimento che ha avviato e a pagare una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce l’importanza di redigere ricorsi che siano non solo fondati nel merito, ma anche formalmente corretti, per evitare che l’impugnazione si areni prima ancora di essere discussa.

Qual è stato l’esito del ricorso presentato alla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Comporta che la Corte non esamina il merito della questione e la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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