Inammissibilità Ricorso Cassazione: Le Conseguenze Economiche
L’inammissibilità del ricorso in Cassazione rappresenta uno degli esiti più severi per chi intraprende l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Non solo preclude un esame nel merito della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il ricorrente. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando un ricorso viene dichiarato inammissibile.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria in data 19 dicembre 2024. L’imputato, sperando di ottenere una riforma della decisione a lui sfavorevole, si è rivolto alla Corte di Cassazione, il massimo organo della giurisdizione italiana.
La Corte Suprema, riunitasi in udienza il 14 aprile 2025, ha esaminato il ricorso proposto. Tuttavia, l’esito non è stato quello auspicato dal ricorrente.
La Decisione della Corte e le Conseguenze dell’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione, con una sintetica ordinanza, ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. Sebbene il testo del provvedimento non espliciti le motivazioni, l’esito è inequivocabile: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
La conseguenza diretta di tale declaratoria, come si evince dal dispositivo, è stata la condanna del ricorrente al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista dall’articolo 616 del Codice di Procedura Penale e ha una duplice funzione: sanzionare l’abuso dello strumento processuale e finanziare progetti per il miglioramento delle condizioni carcerarie e il reinserimento dei detenuti.
Le Motivazioni dietro l’Inammissibilità
Il provvedimento in esame non riporta le ragioni specifiche che hanno condotto i giudici a questa decisione. Tuttavia, possiamo delineare le cause più comuni di inammissibilità del ricorso in Cassazione. Generalmente, un ricorso viene dichiarato inammissibile quando:
* È presentato fuori termine: la legge stabilisce scadenze perentorie per impugnare una sentenza.
* Manca di motivi specifici: il ricorrente deve indicare in modo chiaro e preciso le violazioni di legge o i vizi logici della sentenza impugnata, non potendo limitarsi a una generica contestazione.
* Propone questioni di merito: la Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo o l’attendibilità delle prove, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione della sentenza precedente.
* È proposto da un soggetto non legittimato.
È probabile che il ricorso in questione sia incappato in una di queste fattispecie, portando la Corte a chiudere il processo senza neppure entrare nel vivo delle questioni sollevate.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: adire la Corte di Cassazione richiede un’attenta valutazione dei presupposti di ammissibilità. Un ricorso infondato o redatto senza rispettare i rigorosi canoni procedurali non solo è destinato all’insuccesso, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche rilevanti. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende funge da deterrente contro impugnazioni dilatorie o temerarie, preservando la funzione nomofilattica della Suprema Corte e le risorse del sistema giudiziario.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una condanna al pagamento di tremila euro.
Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
La condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende è una sanzione prevista dalla legge (art. 616 c.p.p.) per i casi di inammissibilità del ricorso. Serve a scoraggiare impugnazioni infondate o presentate senza rispettare i requisiti procedurali, evitando un uso improprio dello strumento processuale.
Quali sono le funzioni della Cassa delle ammende?
La Cassa delle ammende è un ente che utilizza le somme derivanti da sanzioni pecuniarie, come quella in esame, per finanziare programmi volti al reinserimento sociale dei condannati e al miglioramento generale delle infrastrutture e delle attività all’interno degli istituti penitenziari.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29816 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29816 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a SIDERNO il 24/10/1982
avverso la sentenza del 19/12/2024 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 2755/2025
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui all’art. 337 cod. pen.
Esaminato il motivo di ricorso, relativo alla estinzione del reato per prescrizione;
Ritenuto il motivo inammissibile in ragione della ritenuta recidiva reiterata e infraquinque
(cfr. pag. 4 sentenza di primo grado);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 14 aprile 2025.