Ricorso in Cassazione: Quando è Inammissibile e Quali Sono le Conseguenze
L’esito di un processo non è sempre definitivo dopo la sentenza di primo o secondo grado. Una delle strade percorribili è il ricorso alla Corte di Cassazione, ma questa via è stretta e piena di requisiti. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare il tema dell’inammissibilità ricorso e le pesanti conseguenze economiche che ne possono derivare per chi lo propone senza fondamento.
Il Fatto alla Base della Decisione
Il caso in esame trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano. Il ricorrente, evidentemente insoddisfatto della decisione dei giudici di secondo grado, ha tentato di ottenere una revisione del suo caso davanti alla massima istanza giurisdizionale italiana. Tuttavia, il suo tentativo si è scontrato con una pronuncia preliminare che ha bloccato sul nascere l’esame del merito della questione.
La Pronuncia di Inammissibilità Ricorso della Cassazione
Con un’ordinanza tanto sintetica quanto perentoria, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha stroncato le speranze del ricorrente. I giudici supremi hanno dichiarato il ricorso inammissibile.
Questa decisione non entra nel vivo della vicenda, non valuta se il ricorrente avesse torto o ragione, ma si ferma a un gradino prima: l’impugnazione presentata non aveva i requisiti minimi per poter essere esaminata. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva e non più attaccabile.
Le Conseguenze Economiche della Dichiarazione di Inammissibilità
La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità, ma comporta conseguenze economiche tangibili e significative. La Corte, infatti, non si è limitata a respingere il ricorso, ma ha condannato il ricorrente a due pagamenti distinti:
1. Il pagamento delle spese processuali sostenute per questa fase del giudizio.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorsi inammissibili, volta a scoraggiare impugnazioni temerarie o dilatorie.
Le Motivazioni
L’ordinanza in commento, per sua natura, è molto concisa e non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, in via generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per svariati motivi, tutti riconducibili alla violazione di norme procedurali. Le cause più comuni includono la presentazione del ricorso oltre i termini di legge, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di censure che in realtà mirano a una rivalutazione dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità. La decisione della Corte implica che, nel caso di specie, sia stata riscontrata una di queste carenze fondamentali, tale da impedire qualsiasi discussione sul merito.
Conclusioni
La pronuncia analizzata ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione delle norme. L’inammissibilità ricorso funge da filtro per garantire che solo le questioni giuridicamente rilevanti arrivino all’attenzione della Suprema Corte. Per i cittadini e i loro difensori, ciò si traduce in un monito: prima di impugnare una sentenza, è cruciale una valutazione attenta e rigorosa dei presupposti di legge, per evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche una pesante condanna economica.
Qual è stato l’esito del ricorso presentato alla Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza quindi esaminare il merito della questione.
Quali sono state le conseguenze economiche per la parte che ha presentato il ricorso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che l’atto di impugnazione non possiede i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per essere esaminato. Di conseguenza, la richiesta viene respinta senza che il giudice entri nel merito delle ragioni presentate.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16235 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16235 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME (CUI CODICE_FISCALE) nato il 25/12/1993
avverso la sentenza del 05/11/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
R.G.N. 42996/24 LLESHI
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui all’art. 385
cod. pen.);
Esaminato il motivo di ricorso;
Ritenuto che l’unico motivo dedotto con il ricorso, avente ad oggetto
l’eccessività del trattamento sanzionatorio e l’omessa applicazione delle circostanze attenuanti generiche, è privo di specificità in quanto non si confronta
con la puntuale esposizione dei criteri adottati dai giudici del merito (cfr. pag. 2
della sentenza impugnata);
Rilevato, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con
la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 04/04/2025.