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Inammissibilità ricorso cassazione: il ruolo dell’avvocato

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso cassazione presentato personalmente da un imputato condannato per ricettazione. La decisione ribadisce che, ai sensi dell’art. 613 c.p.p., tale impugnazione deve essere obbligatoriamente sottoscritta da un avvocato cassazionista, pena l’inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché è Obbligatorio l’Avvocato?

L’ordinanza n. 27175 del 2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la regola dell’inammissibilità ricorso cassazione se proposto personalmente dall’imputato. Questa decisione sottolinea l’importanza cruciale del ruolo del difensore specializzato nei gradi più alti della giustizia e le severe conseguenze per chi non rispetta tale requisito formale.

I Fatti del Caso: La Condanna e il Ricorso Personale

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di ricettazione, inflitta dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello. La pena stabilita era di otto mesi di reclusione e 300 euro di multa. Non accettando la decisione, l’imputato decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione, proponendo personalmente il ricorso. L’unico motivo di impugnazione sollevato riguardava la presunta violazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale, con la richiesta di una sentenza di proscioglimento.

La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Suprema Corte, senza entrare nel merito della questione sollevata, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non si è basata sulla fondatezza o meno del motivo di impugnazione, ma su un vizio procedurale insuperabile: la presentazione personale del ricorso. I giudici hanno chiarito che, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 103 del 2017 all’articolo 613 del codice di procedura penale, questa modalità non è più consentita.

Le Motivazioni della Cassazione: L’obbligo del patrocinio di un avvocato

Le motivazioni della Corte sono nette e si fondano su un’interpretazione letterale e consolidata della norma. L’articolo 613 c.p.p. stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione. Questa regola è stata introdotta per garantire un’adeguata tecnicità e professionalità nella redazione degli atti destinati al massimo organo della giurisdizione, il cui compito è assicurare l’uniforme interpretazione della legge.

La Corte ha richiamato precedenti pronunce, incluse quelle delle Sezioni Unite, che hanno costantemente affermato questo principio. La presentazione personale dell’atto, pertanto, costituisce una violazione procedurale che impedisce al giudice di esaminare la richiesta nel merito. Di conseguenza, l’inammissibilità ricorso cassazione è stata la conseguenza inevitabile. In aggiunta, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. Tale sanzione aggiuntiva è stata giustificata dalla presenza di ‘profili di colpa’ nella determinazione della causa di inammissibilità, ovvero per aver agito senza rispettare una norma procedurale chiara e cogente.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Monito per i Ricorrenti

La decisione in esame funge da importante monito per chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione. Evidenzia che il ‘fai da te’ processuale, specialmente in un contesto così tecnico, non è ammesso e conduce a conseguenze pregiudizievoli. La necessità di avvalersi di un avvocato cassazionista non è una mera formalità, ma una garanzia di professionalità e un requisito di ammissibilità imprescindibile. L’esito del caso dimostra come un errore procedurale possa precludere ogni possibilità di far valere le proprie ragioni, con l’ulteriore aggravio di sanzioni economiche significative.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. In base all’art. 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103/2017, il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e, se sussiste colpa, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, il cui importo è determinato dal giudice.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle Ammende?
La Corte ha disposto la condanna al pagamento di tremila euro perché ha ritenuto che il ricorrente avesse agito con colpa nel determinare la causa di inammissibilità del ricorso, non avendo rispettato la norma che impone l’assistenza di un avvocato cassazionista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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