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Inammissibilità ricorso cassazione: i motivi

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso per manifesta infondatezza e genericità dei motivi. Gli appellanti avevano contestato la sentenza della Corte d’Appello su tre punti: l’improcedibilità per decorso del tempo, la valutazione della colpevolezza e la determinazione della pena. La Suprema Corte ha ritenuto che il ricorso non si confrontasse adeguatamente con le motivazioni della sentenza impugnata, tentando di ottenere un riesame del merito, non consentito in sede di legittimità. Di conseguenza, ha confermato la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando i Motivi sono Generici

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio pratico dei motivi che portano alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso cassazione. Spesso, la difesa tenta di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda, ma la Suprema Corte ha ribadito con fermezza i limiti della propria competenza, sanzionando la genericità e la manifesta infondatezza dei motivi proposti. Questo caso evidenzia l’importanza di formulare un ricorso tecnicamente ineccepibile, che si confronti in modo puntuale con la decisione impugnata.

I Fatti del Processo

Due persone sono state condannate dalla Corte d’Appello di Firenze. Avverso tale sentenza, il loro difensore ha proposto un ricorso congiunto per Cassazione, basato su tre distinti motivi di doglianza. Il ricorso mirava a far annullare la condanna, contestando sia aspetti procedurali che la valutazione della colpevolezza e la quantificazione della pena.

L’analisi della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato e respinto tutti e tre i motivi, dichiarando l’intero ricorso inammissibile. Vediamo nel dettaglio le ragioni di tale decisione.

Primo Motivo: L’Improcedibilità dell’Azione Penale

I ricorrenti avevano invocato l’istituto dell’improcedibilità per decorso del tempo. La Corte ha liquidato questo motivo come manifestamente infondato. La ragione è semplice: la sentenza d’appello aveva già ampiamente e chiaramente spiegato perché tale istituto non fosse applicabile al caso di specie. Il ricorso, invece di contestare specificamente quelle argomentazioni, si è limitato a riproporre la questione in modo vago, cadendo nel vizio di genericità.

Secondo Motivo: La Critica al Giudizio di Colpevolezza

Il secondo motivo attaccava il cuore della sentenza: il giudizio di colpevolezza. I ricorrenti hanno criticato la valutazione delle prove. Anche in questo caso, la Corte ha riscontrato una manifesta infondatezza e genericità. La prova della colpevolezza si basava su elementi solidi: le dichiarazioni della persona offesa, la testimonianza di un ufficiale di Polizia Giudiziaria e le registrazioni di colloqui con gli imputati. Il ricorso non ha sollevato obiezioni specifiche sull’utilizzabilità o rilevanza di tali prove, ma ha tentato di proporre una ricostruzione alternativa dei fatti. Questo, sottolinea la Corte, non è ammissibile in sede di legittimità, poiché significherebbe invadere il campo della valutazione del merito, riservato esclusivamente ai giudici dei primi due gradi.

Terzo Motivo: La Determinazione della Pena

Infine, i ricorrenti hanno censurato la motivazione sulla determinazione della pena, ritenendola eccessiva. La Cassazione ha dichiarato anche questo motivo inammissibile. La pena era stata fissata in una misura inferiore alla media edittale prevista per la fattispecie aggravata contestata. In tali circostanze, non è richiesta al giudice una motivazione particolarmente approfondita. Inoltre, la Corte ha osservato che la censura era inammissibile per genericità, poiché si limitava a lamentare l’eccessività della sanzione senza fornire ragioni specifiche a supporto di tale valutazione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni alla base della decisione della Suprema Corte sono radicate nei principi fondamentali del processo penale e nei limiti del giudizio di legittimità. Il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo scopo è controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso è considerato generico, e quindi inammissibile, quando non si confronta criticamente con le argomentazioni del giudice di merito, ma si limita a riproporre le stesse tesi difensive già respinte o a chiedere una nuova e diversa lettura delle prove. La Corte ha ritenuto che tutti i motivi presentati rientrassero in questa categoria, non superando il vaglio preliminare di ammissibilità.

Le Conclusioni

La decisione finale è stata la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi. A questa statuizione consegue, per legge, la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, quantificata in tremila euro per ciascuno. Questa ordinanza serve da monito: per accedere al giudizio di Cassazione è indispensabile formulare censure specifiche, pertinenti e non manifestamente infondate, che dimostrino un vizio di legittimità nella sentenza impugnata, evitando di trasformare il ricorso in un improprio tentativo di appello.

Perché un ricorso per Cassazione non può chiedere una nuova valutazione delle prove?
La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e motivato la loro decisione in modo logico, non di riesaminare i fatti o le prove per stabilire chi ha ragione.

Cosa rende un motivo di ricorso ‘generico’ e quindi inammissibile?
Un motivo è ‘generico’ quando non si confronta in modo specifico e critico con le argomentazioni della sentenza che si sta impugnando. Se si limita a riproporre le stesse tesi già respinte o a lamentarsi della decisione in modo vago, senza indicare un preciso errore di diritto, viene considerato inammissibile.

Quando un giudice non è tenuto a motivare in modo approfondito la quantità della pena inflitta?
Secondo la Corte, quando la pena viene determinata in una misura inferiore alla media edittale (cioè al punto medio tra il minimo e il massimo previsto dalla legge per quel reato), non sono necessarie motivazioni particolarmente dettagliate, essendo tale scelta considerata di per sé equilibrata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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